Riforma ordinamento professionale commercialisti: innovazioni e inclusività nella professione

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Riforma ordinamento professionale commercialisti: innovazioni e inclusività nella professione

Il 23 luglio 2024 è stata presentata una nuova bozza di riforma dell'ordinamento professionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, che mira a una significativa revisione del Decreto legislativo n. 139 del 28 giugno 2005.

Questa proposta aggiornata pone un'attenzione particolare ai giovani, ridisegnando i percorsi di accesso e crescita nella professione.

Tra i punti salienti, la bozza specifica una competenza approfondita in settori cruciali quali:

  • diritto tributario,
  • economia aziendale,
  • diritto d'impresa, e altre materie economiche, finanziarie e societarie, inclusi gli ambiti lavoristici e della crisi d'impresa e da sovraindebitamento.

Significativamente, introduce anche la possibilità di riconoscere un'indennità o un vero e proprio compenso ai tirocinanti di studio sin dall'inizio del loro praticantato.

Dalla rivisitazione della prima bozza di riforma della legge ordinamentale è rimasto fuori l'esame dell’articolo 25 sulle regole elettorali, sul quale il Cndcec ha deciso di effettura un ulteriore approfondimento.

NOTA BENE: La bozza aggiornata della riforma per i commercialisti è stata distribuita agli Ordini territoriali, i quali hanno tempo fino al 30 settembre per proporre commenti o suggerimenti. Successivamente, come confermato dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, verrà redatta la versione finale. Questa sarà poi presentata ai capigruppo parlamentari in un incontro organizzato per ottenere il sostegno necessario alla sua approvazione legislativa.

Cndcec, riforma ordinamento con focus sulla parità di genere

La nuova bozza di riforma dell'ordinamento professionale per i dottori commercialisti ed esperti contabili evidenzia un importante progresso in termini di parità di genere.

Quest'ultima versione del documento (luglio 2024 rispetto a quella di maggio) ha introdotto modifiche significative nella composizione delle liste elettorali per il Consiglio dell'Ordine e il Consiglio dei revisori, stabilendo il principio di parità di genere come requisito fondamentale.

Questo cambiamento mira a garantire una rappresentanza equilibrata tra i generi nei ruoli decisionali e amministrativi, promuovendo una maggiore inclusione e diversità all'interno degli organismi di categoria.

Con queste novità, la riforma si propone di creare un ambiente professionale più giusto e rappresentativo, riflettendo l'importanza crescente del ruolo delle donne nel campo economico e legale.

Riforma ordinamento commercialisti: nuove misure per favorire i giovani professionisti

Le recenti modifiche legislative propongono novità significative per favorire l'accesso dei giovani alla professione di dottore commercialista ed esperto contabile. La riduzione dell'anzianità richiesta per candidarsi come consigliere da cinque a tre anni, secondo l'articolo 9, comma 5, e l'introduzione del principio di parità generazionale per le elezioni del Consiglio dell'Ordine e del Consiglio dei revisori (articolo 21, commi 5 e 8), sono misure specifiche che mirano a incrementare la partecipazione attiva degli under 45.

Inoltre, l'articolo 44 è stato aggiornato per permettere ai tirocinanti di ricevere un'indennità o un compenso fin dall'inizio del loro praticantato, riconoscendo così il valore del loro contributo fin dalle prime fasi della loro formazione. Queste azioni rappresentano un impegno concreto verso la valorizzazione del merito e delle competenze tecniche delle nuove generazioni, rispondendo alle sollecitazioni di entità sindacali come l'Ungdcec per una maggiore equità generazionale e di genere nel settore.

Altre novità

Le ultime modifiche introdotte nella riforma dell'ordinamento dei commercialisti includono importanti aggiornamenti normativi volti a migliorare la trasparenza e l'efficienza.

Specificamente, l'articolo 19 è stato arricchito con un nuovo comma che obbliga a divulgare i progetti di bilancio agli iscritti almeno 15 giorni prima dell'assemblea destinata alla loro approvazione, garantendo così una maggiore partecipazione informativa degli interessati.

Inoltre, è stata rimossa una restrizione precedentemente codificata nell'articolo 6-bis, la quale impediva ai professionisti di accettare compensi costituiti, interamente o parzialmente, da quote del bene oggetto della prestazione, liberando così nuove modalità di remunerazione per i professionisti.

Per quanto riguarda la gestione disciplinare, si è proceduto a una revisione complessiva della sezione pertinente, rendendola più concisa e strutturata. Al fine di adeguarsi alle esigenze degli Ordini minori, si è introdotta la flessibilità nel numero dei componenti nei consigli di disciplina, permettendo così una gestione più agile e adattata alle realtà locali più piccole.

Cndcec, riforma del voto con due opzioni

Come detto l'articolo 25, che disciplina modalità di composizione ed elezione del Cndcec, è stato discusso separatamente dal Consiglio nazionale.

Il dibattito in corso sulla riformulazione della suddetta disposizione del regolamento si concentra su due principali opzioni di voto per l'elezione del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili.

La prima proposta è quella di un voto esclusivamente per i Consiglieri dei singoli Ordini locali, che esprimerebbero le loro preferenze in modo anonimo e telematico. Questa opzione prevede una possibile riorganizzazione degli Ordini stessi, aumentando il numero massimo di Consiglieri in quelli con un maggior numero di iscritti.

La seconda opzione esplora un sistema elettorale misto, dove i voti dei Consiglieri locali sarebbero combinati con quelli degli iscritti, creando una media ponderata tra le due componenti, ciascuna delle quali peserebbe al 50%. In questo modo, si cercherebbe di mantenere un equilibrio nei "pesi elettorali" tra gli Ordini di diverse dimensioni, garantendo un'impatto proporzionale alla numerosità degli iscritti.

Il Consiglio nazionale ha deciso di sottoporre entrambe le proposte ad una consultazione pubblica, invitando feedback e ulteriori riflessioni dai territori e dalle associazioni sindacali, prima di prendere una decisione definitiva. Questo processo di consultazione è essenziale per assicurare che qualsiasi modifica al regolamento sia equilibrata e consideri le diverse esigenze e prospettive degli iscritti.

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