Reintegro nonostante gli “sms”

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La Corte di cassazione, con la sentenza n. 144/2008, ha confermato la pronuncia della Corte d’appello di Napoli che aveva annullato il licenziamento, per giusta causa disciplinare, di un lavoratore che inviava sms dal telefonino aziendale. La Cassazione ha stabilito che il datore di lavoro che sceglie la sanzione disciplinare più severa deve illustrare in forma persuasiva le ragioni che lo inducono a ritenere particolarmente grave il comportamento illecito del dipendente. In altri casi, infatti, il datore di lavoro aveva inflitto sospensioni di qualche giorno o deciso di non adottare provvedimenti.

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