Reato aggravato per chi invita lo straniero ad andare via
Pubblicato il 13 luglio 2018
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E’ stata confermata dalla Cassazione la condanna per il reato di lesioni personali ai danni di due cittadini extracomunitari, impartita nei confronti di un uomo a cui è stata addebitata anche l’aggravante della finalità di discriminazione razziale.
Tra gli altri motivi, l’imputato ricorrente si era opposto alla ravvisabilità di detta aggravante asserendo che le espressioni a lui contestate – e, in particolare, la frase “che venite a fare qua…dovete andare via” - erano da ritenere generiche e non richiamavano una presunta superiorità razziale.
Aggravante di discriminazione e odio razziale
Nel rispondere alla specifica doglianza sul significato discriminatorio di tale frase, la Quinta sezione penale – sentenza n. 32028 del 12 luglio 2018 – ha ricordato che la circostanza aggravante contestata, di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, è configurabile, in linea generale, secondo i principi affermati dalla giurisprudenza di legittimità, in espressioni che rivelino la volontà di discriminare la vittima in ragione della sua appartenenza etnica o religiosa.
Non è necessaria un’esplicita manifestazione di superiorità razziale
La stessa circostanza aggravante – ha continuato la Corte - non ricorre solo nel caso in cui l’espressione riconduca alla manifestazione di un pregiudizio nel senso dell’inferiorità di una determinata razza, ma anche quando la condotta, per le sue intrinseche caratteristiche e per il contesto in cui si colloca, risulta intenzionalmente diretta a rendere percepibile all’esterno e a suscitare in altri analogo sentimento di odio etnico, e comunque dare luogo, in futuro o nell’immediato, al concreto pericolo di comportamenti discriminatori.
E, nella specie, è stato ritenuto ravvisabile questo secondo aspetto, per il quale è irrilevante l’esplicita manifestazione di superiorità razziale.
Per quel che concerne, infine, le connotazioni intrinseche delle frasi pronunciate, per gli Ermellini queste ultime erano da ritenere chiaramente espressive della volontà che le persone offese, e gli altri cittadini extracomunitari presenti ai fatti, lasciassero il territorio italiano a causa della loro identità razziale.
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