Reati tributari, nel sequestro anche sanzioni e interessi

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Reati tributari, nel sequestro anche sanzioni e interessi

La Cassazione penale, sentenza n. 267 del 9 gennaio 2018, nell'accogliere un ricorso avverso il parziale sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni frutto del reato e per equivalente, ribadisce i criteri che regolano la confisca:

  • nei reati tributari il profitto è costituito da qualsivoglia vantaggio patrimoniale direttamente conseguito alla consumazione del reato e può consistere anche in un risparmio di spesa, come quello derivante dal mancato pagamento del tributo, interessi e sanzioni dovuti a seguito di accertamento del reato tributario;
  • quando il sequestro, cosiddetto diretto, del profitto del reato tributario non sia possibile nei confronti della società, non è consentito nei confronti dell'ente collettivo il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, salvo che la persona giuridica costituisca uno schermo fittizio, poiché i reati tributari non sono ricompresi nella lista del Dlgs 231/2001, tra quelli che consentono il sequestro per equivalente nei confronti della persona giuridica.

Pertanto, il giudice, nel decreto, doveva considerare nell'importo del profitto oggetto del sequestro nei reati tributari, anche il valore corrispondente alle sanzioni e interessi per il mancato pagamento Iva.

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