Protocollo contro il caporalato

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Protocollo contro il caporalato

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con comunicato stampa del 27 maggio 2016 ha dato notizia che è stato firmato il Protocollo contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura dai Ministeri dell'Interno, del Lavoro e delle Politiche agricole alimentari e forestali.

L'intesa è stata sottoscritta anche dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro, dalle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte, Puglia e Sicilia, dalle Organizzazioni Sindacali Cgil, Cisl e Uil, e dalle Associazioni di categoria Coldiretti, Cia, Copagri, Confagricoltura, e Cna, Alleanza delle Cooperative, Caritas, Libera e Croce Rossa Italiana.

Saranno quindi organizzate una serie di iniziative che realizzeranno progetti concreti contro il fenomeno del caporalato e il miglioramento delle condizioni di accoglienza dei lavoratori la cui regia sarà affidata alle Prefetture.

Le azioni principali

Come si evince dal comunicato, le principali azioni previste contro il caporalato sono le seguenti:

  • stipula di convenzioni per il trasporto gratuito casa/lavoro dei lavoratori agricoli;
  • istituzione di presìdi medico-sanitari mobili per interventi di prevenzione e primo soccorso;
  • destinazione d'utilizzo di beni immobili disponibili o confiscati alla criminalità organizzata per creare centri di servizio e di assistenza socio-sanitari;
  • progetti pilota che prevedano l'impiego temporaneo di immobili demaniali in caso di necessità di gestione delle emergenze connesse all'accoglienza dei lavoratori stagionali;
  • bandi per promuovere l'ospitalità dei lavoratori stagionali in condizioni dignitose e salubri;
  • sperimentazione di sportelli di informazione per l'incontro domanda e offerta di servizi abitativi;
  • organizzazione di servizi di distribuzione gratuita di acqua e viveri di prima necessità per lavoratori stagionali;
  • potenziamento delle attività di tutela ed informazione ai lavoratori;
  • attivazione di servizi di orientamento al lavoro mediante i centri per l'impiego ed i servizi attivati dalle parti sociali, in prossimità del luogo di stazionamento dei migranti;
  • attivazione di sportelli informativi attraverso unità mobili provviste di operatori quali mediatori linguistico-culturali, psicologi e personale competente;
  • istituzione di corsi di lingua italiana e di formazione lavoro per i periodi successivi all'instaurazione del rapporto di lavoro agricolo.
Anche in
  • eDotto.com – Edicola del 15 febbraio 2016 - Caporalato. In aiuto degli ispettori il protocollo con l’ACI – Redazione eDotto

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