Pene pecuniarie anche al socio in caso di infedele dichiarazione

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La Cassazione, con la sentenza n. 19546 del 10 settembre 2009, ha respinto il ricorso presentato da un contribuente che, quale socio di una piccola azienda, era stato sanzionato dal Fisco poiché non aveva dichiarato, per la parte di sua spettanza, il reddito societario risultante dalla rettifica dell'Amministrazione finanziaria. Mentre il ricorrente asseriva che le pene pecuniarie non dovevano essere applicate nei confronti dei soci compartecipi, essendo la loro dichiarazione il riflesso di quella della società, la Corte di legittimità, in conformità con quanto statuito dalla Commissione tributaria centrale, ha ritenuto che “il socio non può farsi scudo della società, attribuendo esclusivamente ad essa la violazione fiscale, atteso che la sua posizione nell'ambito della compagine sociale, tanto nel caso in cui rivesta la carica di amministratore, quanto, a maggior ragione, qualora come la rivesta, gli consente il controllo dell'attività della società e della sua compatibilità e quindi di verificare l'effettivo ammontare del suo reddito e, pertanto, degli utili conseguiti in proporzione alla propria quota di partecipazione”.
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