Peculato sulle “spese riservate”
Autore: eDotto
Pubblicato il 17 giugno 2009
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La Corte di cassazione, con la sentenza n. 23066 del 4 giugno 2009, ha confermato la condanna impartita nei confronti dei presidenti della regione Sicilia nel biennio 1996-1998 che avevano accantonato oltre 230 milioni di lire ciascuno accreditando tali somme su un capitolo del bilancio regionale intitolato “spese riservate”. La Corte di legittimità, in particolare, ha spiegato che la legalità della spesa pubblica deve essere subordinata all'esistenza di una forma di controllo compatibile con la sua peculiare natura che consenta la verifica della destinazione alle finalità non genericamente pubbliche ma specificamente attribuite dalla norma di previsione.
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