Paletti Ue sui regimi fiscali
Pubblicato il 07 luglio 2008
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Nell’ultimo decennio, le aliquote fiscali complessive hanno registrato una sostanziale tendenza al ribasso, accelerata, per effetto dei recenti allargamenti geografici dell’Unione europea (1° maggio 2004 e 1° gennaio 2007), proprio dall’ingresso nella Comunità di 12 nuovi Stati membri. La convergenza verso aliquote uniformi che impediscano differenti basi imponibili é un’esigenza più volte denunciata, soprattutto per via che il mancato coordinamento tra i sistemi di imposizione diretta può arrivare a generare fenomeni (non intenzionali) di assenza di imposizione o di abuso, erodendo il gettito fiscale, con ripercussioni negative sulla capacità dei Paesi membri di gestire sistemi fiscali efficienti ed equilibrati. Il più elevato differenziale negativo nell’aliquota applicabile nell’ultimo decennio, pari a -30, -22, -21 e -21 per cento, è registrato, rispettivamente, da Bulgaria, Romania, Polonia e Slovacchia. L’Irlanda è stata interessata, negli ultimi anni, da un differenziale pari a -27 per cento. Il differenziale negativo più basso è appannaggio di Ungheria (-1%), Slovenia (-2%) e Francia (-2,3%).
In Italia, la politica seguita è di riduzione delle aliquote d’imposta sul reddito delle società (Irap esclusa), con un differenziale negativo nell’ultimo decennio corrispondente a -14,9 per cento. Con la Legge Finanziaria per il 2008, si è da ultimo realizzata una diminuzione considerevole dell’aliquota fiscale applicabile al reddito delle società: dal 33 al 27,5 per cento.
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