Ok all'obbligatorietà della conciliazione in materia di servizi di telecomunicazione
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 19 marzo 2010
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La Corte di giustizia europea, con sentenza pronunciata il 18 marzo scorso sulla causa C-317/08, si è occupata del Codice delle comunicazioni elettroniche (Decreto legislativo 259/2003 con cui l'Italia ha recepito la Direttiva 2001/22/Ce) ritenendo conforme alle norme comunitarie la disposizione nazionale che prevede, con riferimento alle controversie in materia di servizi di comunicazioni elettroniche tra utenti finali e fornitori di tali servizi, l'obbligatorietà del tentativo di conciliazione.
Secondo i giudici comunitari, in particolare, la restrizione prevista dalla normativa nazionale italiana è ispirata ad un interesse generale - definire le liti in maniera più veloce e meno onerosa e decongestionamento dei tribunali – ed è proporzionata agli obiettivi prefissati; la previsione della facoltatività del tentativo – spiega la Corte – sarebbe stata sicuramente meno efficace. La detta normativa - conclude l'organo di giustizia europeo - è anche in linea ai principi di equivalenza e di effettività, nonché il principio della tutela giurisdizionale effettiva.
Secondo i giudici comunitari, in particolare, la restrizione prevista dalla normativa nazionale italiana è ispirata ad un interesse generale - definire le liti in maniera più veloce e meno onerosa e decongestionamento dei tribunali – ed è proporzionata agli obiettivi prefissati; la previsione della facoltatività del tentativo – spiega la Corte – sarebbe stata sicuramente meno efficace. La detta normativa - conclude l'organo di giustizia europeo - è anche in linea ai principi di equivalenza e di effettività, nonché il principio della tutela giurisdizionale effettiva.
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