Ok alla diffamazione continuata se chi parla ha consapevolezza di essere ascoltato

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Secondo la Corte di cassazione – sentenza n. 39768 del 4 novembre 2011 - il reato di diffamazione continuata viene a concretizzarsi tutte le volte in cui è evidente l'intenzione e la consapevolezza dell'agente di essere ascoltato non essendo, per contro necessaria la simultaneità della comunicazione a più persone.

Nella specie, i giudici di legittimità hanno annullato la sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte d'appello nei confronti di una dottoressa che, parlando a voce alta nei corridoi dell'ospedale, aveva fatto riferimento ad un operatore sanitario definendolo “pericoloso” per aver violentato due ragazze.
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