No al ripristino della misura cautelare se vengono meno i pericula libertatis

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La Corte di cassazione, con sentenza n. 26158 del 5 luglio 2011, ha annullato l'ordinanza con cui il Gip del Tribunale di Firenze aveva rinnovato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un notaio che era stato accusato di peculato continuato.

I giudici di legittimità, accogliendo l'impugnazione avanzata dal professionista, hanno ritenuto che fossero venuti meno i presupposti di fatto per la reiterazione degli episodi di peculato e ciò in considerazione della circostanza che al notaio erano stati ritirati sia il sigillo notarile che la smart card necessaria per l'espletamento delle operazioni professionali.

Inoltre, con riferimento all'attività di consulenza contrattuale e fiscale che il notaio aveva ripreso con la compiacenza di due colleghi la stessa – sottolinea la Corte - non poteva essere incasellata in quella tipica della professione notarile. Ne discendeva che le condotte considerate dall'ordinanza con la quale era stata ripristinata la misura cautelare non avevano nulla a che fare con quelle per le quali il professionista era stato sottoposto a procedimento penale e a misure di coercizione personale. Tali ulteriori condotte – continua la Corte – riguarderebbero attività professionali abusivamente esercitate integranti l'ipotesi di reato di cui all'articolo 348 del Codice penale per il quale, in considerazione del limite della pena edittale, non sarebbero, peraltro, adottabili misure di coercizione personale.
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