Niente condanna per il genitore frustrato in conseguenza del divorzio
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 21 ottobre 2009
Condividi l'articolo:
Con la sentenza n. 40385 del 16 ottobre 2009, la Corte di cassazione, Sesta sezione penale, ha rigettato il ricorso presentato dal Procuratore generale di Caltanissetta avverso la sentenza con cui il Gup aveva dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di una donna accusata di maltrattamenti nei confronti dei figli che le erano stati affidati a seguito di divorzio dal marito.
Secondo il Gup, le dichiarazioni rese dai figli nel corso dell'istruttoria non provavano un'abituale condotta di prevaricazione e sopraffazione della madre ben potendo essere interpretati “come singoli episodi collegati alla contingente situazione di frustrazione vissuta dalla donna che, oltre al fallimento del proprio matrimonio, si vedeva rifiutata dai propri figli”.
Della stessa opinione la Cassazione, secondo cui il Gup aveva correttamente “fotografato” le emergenze processuali, giudicandole non idonee per sostenere con esiti fausti l'accusa in giudizio.
Secondo il Gup, le dichiarazioni rese dai figli nel corso dell'istruttoria non provavano un'abituale condotta di prevaricazione e sopraffazione della madre ben potendo essere interpretati “come singoli episodi collegati alla contingente situazione di frustrazione vissuta dalla donna che, oltre al fallimento del proprio matrimonio, si vedeva rifiutata dai propri figli”.
Della stessa opinione la Cassazione, secondo cui il Gup aveva correttamente “fotografato” le emergenze processuali, giudicandole non idonee per sostenere con esiti fausti l'accusa in giudizio.
- ItaliaOggi, p. 37 – Divorzio esimente – Alberici
Ricevi GRATIS la nostra newsletter
Ogni giorno sarai aggiornato con le notizie più importanti, documenti originali, anteprime e anticipazioni, informazioni sui contratti e scadenze.
Richiedila subitoCondividi l'articolo: