Nell'impresa familiare il piccolo professionista versa l'IRAP
Pubblicato il 08 giugno 2018
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I soggetti che, contribuendo con il loro apporto lavorativo all'attività imprenditoriale, producono reddito d'impresa (sia essa commerciale od agricola), devono versare l'IRAP, laddove non espressamente esentati. Anche i familiari. La Suprema Corte di Cassazione – sentenza n. 14789/2018 – stabilisce per il piccolo professionista la corresponsione dell'imposta quando egli svolga l'attività con l'ausilio dei suoi parenti, le cui mansioni configurano l'impresa familiare di cui all'art. 230-bis c.c.
Nel dettaglio, il reddito derivante dall'impresa familiare e risultante dalla dichiarazione dei redditi viene imputato, a determinate condizioni, proporzionalmente alla rispettiva quota di partecipazione dei partecipanti, benchè l'imprenditore debba essere titolare perlomeno del 51% dell'attività; l'imprenditore familiare è, però, anche soggetto passivo, poiché l'imposta colpisce il valore della produzione netta dell'impresa, e la collaborazione dei partecipanti all'impresa familiare integra il quid pluris che ha attitudine a produrre una ricchezza ulteriore rispetto a quella conseguibile con il solo apporto lavorativo personale del titolare.
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