Nadef 2018 in Parlamento. Avviato il dialogo con Bruxelles
Pubblicato il 05 ottobre 2018
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Nella serata di ieri, 4 ottobre 2018, è stata presentata alla Camera la Nota di aggiornamento del Def 2018.
Il Governo ha trasmesso al Parlamento, dopo aver informato la Commissione europea sul nuovo percorso di finanza pubblica, anche la relazione con la quale chiede l’autorizzazione a discostarsi temporaneamente dall’obiettivo programmatico.
Con l’invio di questi due documenti si apre la fase dei lavori parlamentari sul Def, che inizieranno la prossima settimana con l’esame della Nota di aggiornamento del Def da parte della Commissione Bilancio della Camera.
Si ricordano brevemente i principali contenuti della Nadef:
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un reddito di cittadinanza da aprile e pensioni di cittadinanza da gennaio 2019;
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il superamento della Legge Fornero, con la possibilità di andare in pensione anticipatamente, attraverso un meccanismo di quota 100, con un minimo di 62 anni di età e 38 anni di contribuzione, che riguarderà almeno 400 mila persone;
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un primo avvio della flat tax per oltre un milione di partite Iva;
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una nuova rottamazione delle cartelle con tetto a 500mila euro (l’accordo raggiunto sulla cosiddetta “pace fiscale” prevede la chiusura delle cartelle Equitalia e avrà un impatto una tantum sui conti);
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la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva;
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un fondo da 1,5 miliardi per i truffati delle banche, alimentato dai conti dormienti.
Come si legge dalla premessa alla Nota di aggiornamento, “l’obiettivo primario della politica economica del Governo è di promuovere una ripresa vigorosa dell’economia italiana, puntando su un incremento adeguato della produttività del sistema paese e del suo potenziale di crescita e, allo stesso tempo, di conseguire una maggiore resilienza rispetto alla congiuntura e al peggioramento del quadro economico internazionale”.
La parte più complessa dei lavori fin qui svolti dal nuovo Esecutivo è stata quella di trovare le risorse finanziarie necessarie per le coperture, che, insieme al deficit, sono indispensabili per sostenere reddito di cittadinanza e pensioni fino al 2021.
A questo punto, si apre la fase di confronto con la Commissione Europea, che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del Governo delineata dalla Manovra.
Confronto tra Governo e Commissione Ue
La Commissione europea ha ricevuto la lettera inviata dal Ministro dell’Economia Tria, insieme alla Nota di aggiornamento del Def. Per la risposta si dovrà attendere qualche giorno, anche se la valutazione formale della Manovra inizierà solo con l'invio del Documento programmatico di Bilancio atteso entro il 15 ottobre.
Nella missiva di ieri, il Ministro ha reso noto alla Commissione europea i nuovi obiettivi di finanza pubblica. Vi è ribadito che la crescita messa in programma dal Governo è dell’1,5% per il 2019, mentre il Pil salirà all’1,6% nel 2020 per ripiegare sull’1,4% nel 2021.
Per quanto riguarda il debito, invece, le stime parlano di una flessione dal 130,9% del 2018 al 129,2% del 2019, per scendere al 126,7% nel 2020 e al 124,6% nel 2021.
Confermato il deficit nominale al 2,4% per il 2019, in discesa al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021.
La lettera, con la modifica del percorso programmatico di finanza pubblica contenuto nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2018, dovrebbe avviare la fase di confronto con la Commissione europea, che lo stesso Ministro Tria auspica sia il più costruttivo possibile.
Il commento del numero uno del Mef è stato: "come è avvenuto all'interno del Governo, auspico che il dialogo con la Commissione Europea rimanga aperto e costruttivo, tenendo conto delle reali esigenze di cittadini e imprese e del ruolo che svolgono le Istituzioni. In questo dialogo il Governo si presenta compatto e fiducioso".
- eDotto.com – Edicola del 4 ottobre 2018 - Manovra. Accordo deficit/Pil al 2,4% nel 2019 con incentivi per gli investimenti – Moscioni
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