Montante contributivo INPS, rivalutati i coefficienti

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Montante contributivo INPS, rivalutati i coefficienti

Aggiornati i coefficienti di trasformazione del montante contributivo. Infatti, l’11 giugno 2020 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 150 del 15 giugno 2020, il D.I. (Lavoro-Economia) dell’1 giugno 2020 che apporta una revisione biennale dei predetti coefficienti. L’aggiornamento, in particolare, riguarda la Tabella A dell’allegato 2 della L. n. 247/2007 e la Tabella A della L. n. 335/1995.

Ne dà notizia il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con una notizia pubblicata il 16 giugno 2020, specificando che l’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo in rendita pensionistica avrà decorrenza dal 1° gennaio 2021.

Montante contributivo e coefficiente di trasformazione INPS

Secondo il sistema di calcolo contributivo, introdotto con la L. n. 335/1995, l’importo della pensione annua si ottiene moltiplicando il montante individuale dei contributi per il coefficiente di trasformazione di cui alla Tabella A della citata legge.

Il montante contributivo, nello specifico, è l’insieme di tutti i contributi previdenziali versati da un lavoratore in una o più gestioni previdenziali. L’intero ammontare dei contributi viene poi rivalutato annualmente in funzione dell’andamento della crescita nominale del prodotto interno lordo degli ultimi cinque anni, meglio noto come “tasso di capitalizzazione”.

Si tratta per la precisione di un parametro percentuale che viene applicato al montante contributivo del lavoratore per il calcolo della pensione con il sistema contributivo. In altre parole è un coefficiente che serve a rivalutare il capitale versato nella gestione pensioni INPS per calcolare l’assegno pensionistico.

I coefficienti di trasformazione, invece, sono valori, utilizzati nel sistema contributivo, che traducono in pensione annua il montante contributivo accumulato dal lavoratore nel corso della sua vita lavorativa. Si tratta di parametri variabili a seconda dell'età anagrafica alla quale il lavoratore consegue la prestazione previdenziale. In particolare essi risultano tanto più elevati quanto maggiore è l'età del lavoratore.

Il principio, infatti, alla base del sistema contributivo è che più tardi si andrà in pensione, maggiore sarà l'importo del trattamento che potrà essere ottenuto, in quanto minore sarà la durata della vita (potenziale) del beneficiario.

Allegati Anche in
  • edotto.com – Edicola dell’1 aprile 2020 - Pensioni, addio al modello “SR163” – Bonaddio

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