Manovra, approvata la Nota di aggiornamento al Def. Rinvio per reddito di cittadinanza e pensioni

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Manovra, approvata la Nota di aggiornamento al Def. Rinvio per reddito di cittadinanza e pensioni

E’ stata approvata dal Parlamento la Nota di aggiornamento al Def, che autorizza il Governo allo scostamento del deficit programmato. È così ufficiale - secondo quanto contenuto nella risoluzione di maggioranza – che il deficit salirà al 2,4% nel 2019, per poi scendere al 2,1% nel 2020 e all'1,8% nel 2021.

Al contrario, invece, Camera e Senato hanno respinto tutte le risoluzioni di minoranza, con uno slittamento, quindi, per ciò che riguarda la riforma della legge Fornero e il reddito e la pensione di cittadinanza. Su questi punti chiave, i parlamentari chiedono un maggiore impegno del Governo.

Il Presidente del Consiglio Conte, ha così commentato l'approvazione del Def da parte di Camera e Senato: "Come nelle nostre previsioni è passato a piena maggioranza. Ciò significa che il Parlamento italiano si è espresso e rappresenta la sovranità popolare. Siamo convinti di quello che stiamo facendo, siamo molto sereni e determinati. Qualche critica ci può essere, ma anche chiari segnali positivi, come quelli del ministro del Tesoro americano che conosce i fondamentali della nostra economia, che sono molto solidi".

I punti principali della Nota di aggiornamento al Def approvata dal Parlamento sono i seguenti:

  • la riforma della Fornero attraverso quota 100;

  • reddito e pensioni di cittadinanza;

  • flat tax per professionisti, artigiani e ditte individuali;

  • misure di sostegno per favorire le assunzioni di giovani meritevoli;

  • riduzione delle spese militari;

  • taglio degli adempimenti burocratici per le imprese;

  • implementazione in tempi rapidi della Banca per gli Investimenti prevedendo il coinvolgimento di Bankitalia e Cdp;

  • azzeramento graduale del fondo per l’editoria e la cabina di regia al ministero dell’Economia per la spending review.

Reddito di cittadinanza e pensioni “a quota 100” rinviati a primavera

Il nodo del Parlamento si è stretto attorno a due aspetti piuttosto controversi: il reddito di cittadinanza e la riforma della Legge Fornero.

Proprio in Senato, mentre era in corso il dibattito sulla NaDef, si sono palesati ufficialmente i problemi di calendario per l’avvio di reddito di cittadinanza e pensioni.

A far chiarezza è intervenuto, a margine della discussione, il capogruppo 5Stelle Stefano Patuanelli, che ha confermato quanto anticipato nei giorni scorsi, e cioè che i principali interventi previsti dalla Manovra non entreranno in vigore a gennaio, ma nei mesi successivi.

Patuanelli ha spiegato che “la nostra intenzione è cercare di partire con il reddito di cittadinanza e quota 100 dopo il primo trimestre”, non chiudendo la porta neanche all’ipotesi di uno slittamento verso l’estate.

"Credo che in primavera – ha continuato il capogruppo parlamentare - possano partire sia la riforma della Fornero che il reddito di cittadinanza, perchè pensiamo ci vorranno 3 mesi per la questione dei centri per l'impiego, forse un mese in più".

Soprattutto con riferimento alle pensioni, è apparso chiaro che i tempi si allungano per dare tempo all’Inps di completare il lavoro tecnico, quindi è più che plausibile l’avvio a marzo di “quota 100”, mentre è allo studio anche il ripristino delle finestre per scaglionare le uscite. Nel pacchetto all’esame del ministero del Lavoro, inoltre, anche un possibile blocco dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita, non solo per le anzianità con il canale contributivo, ma anche per gli over 67.

La pace fiscale nello schema di Dl recante disposizioni urgenti in materia tributaria

Intanto continua a prendere sempre più forma la bozza del Dl fiscale collegato alla Manovra di bilancio, atteso in CdM per lunedì prossimo.

L’ultima versione in circolazione conferma quanto finora emerso in materia di pace fiscale: l’intenzione del nuovo Governo di muoversi su più binari.

Così, nella bozza dello schema di decreto legge, si ritrova non solo la rottamazione delle cartelle e la definizione agevolata delle controversie tributarie, ma anche una sanatoria per tutti gli atti di accertamento, compresi i processi verbali di constatazione.

Si tratta di una sanatoria che interesserebbe tutte le cartelle, soprattutto quelle “micro”, ossia sotto i mille euro. L’ultima versione della norma, attualmente in istruttoria, deve ancora stabilire se concedere a queste “micro-cartelle” uno stralcio totale senza il versamento di alcun importo, oppure prevedere un vero e proprio “saldo e stralcio” con un versamento di un importo fino al 40% delle somme dovute.

Una certezza però vi è già, quella che riguarda il perimetro entro cui muoversi: le micro-cartelle che i contribuenti potranno stralciare sono quelle relative ai “debiti affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010”, cosa che, secondo fonti di Governo, consentirebbe di liberare il magazzino della ex Equitalia di un quarto dei crediti non riscossi, cancellando il 25% delle cartelle.

Tra le novità rientrare nella pace fiscale, anche quella che prevede la definizione agevolata della cartelle doganali, finora esclusa dalle precedenti rottamazioni. Con il pagamento integrale dei tributi propri dell’Ue (dazi e Iva all’importazione) potranno essere rottamate le cartelle affidate alla riscossione dal 2000 al 2017 con una sanatoria integrale delle sanzioni e uno sconto parziale sugli interessi moratori.

Anche in
  • eDotto.com – Edicola del 10 ottobre 2018 - Manovra: stime di crescita troppo ottimistiche. Pace fiscale limitata secondo i commercialisti – Moscioni

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