Manca l’ufficialità al nuovo sistema comune dell’Iva. Il decreto legislativo al Consiglio del ministri di oggi

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La mancanza dell’approvazione ufficiale del decreto legge di recepimento del pacchetto di riforma della disciplina Iva ha creato non pochi problemi ai contribuenti che, nel frattempo, si sono trovati a far i conti con l’entrata in vigore delle norme, come sancito dalla circolare n. 58/E/2009.

Dal 1° gennaio 2010 valgono, infatti, i nuovi criteri per la territorialità delle prestazioni e per i rimborsi ai non residenti, anche se di fatto mancano i regolamenti attuativi e la modulistica con le relative istruzioni per l’effettiva applicazione delle nuove norme. Da tener presente, poi, che lo schema di Decreto legislativo licenziato lo scorso 12 novembre ha subito alcuni ritocchi durante i vari passaggi parlamentari a seguito dei pareri di conformità e ciò renderebbe necessari alcuni aggiustamenti. Secondo le ultime indiscrezioni, invece, il Governo probabilmente darà il via libera definito alla prima bozza di decreto per poi rinviare ad una fase successiva le misure dirette ad accogliere le successive richieste di aggiustamento. Al decreto legislativo, infatti, dovrebbe far seguito un decreto ministeriale e un provvedimento dell’agenzia delle Dogane.

Da questi documenti dovrebbero emergere maggiori informazioni anche riguardo all’utilizzo dei nuovi modelli Intrastat. Al riguardo sono sorte delle polemiche dato che, nonostante l’intento di allinearsi alla prassi comunitaria, il modello che è richiesto in Italia prevede un numero di informazioni maggiori rispetto a quanto previsto dalla Ue. In ambito comunitario, infatti, è pretesa la sola indicazione del codice identificativo del cliente e l’ammontare dei servizi prestati, mentre per ciò che riguarda l’Italia sono previsti altri campi in cui evidenziare anche il tipo di servizio, le modalità di erogazione, le modalità di pagamento, eccetera. Molte più informazioni che complicano la vita delle imprese e che suscitano le critiche delle associazioni di categoria. Per ovviare a questa complicazione, l’iscrizione delle suddette informazioni aggiuntive potrebbe essere resa facoltativa per i prossimi sei mesi o addirittura fino alla fine del 210.

Riguardo alla nuova agenda per l’invio dei modelli Intrastat, il nuovo adempimento online dovrebbe partire dal prossimo 30 aprile. Chi non usa già il canale telematico, avrà la possibilità di avvalersi anche degli uffici della Dogana, sempre adoperando un supporto informatico. La doppia alternativa è prevista per le dichiarazioni mensili del primo trimestre di quest’anno. A partire dalla dichiarazione Iva di aprile e da quelle del secondo trimestre diventerà obbligatorio il canale web. Per semplificare il nuovo regime e concedere maggior tempo ai contribuenti, la scadenza periodica per le trasmissioni online è stata posticipata dal giorno 19 al giorno 25 del mese successivo a quello in cui il modello si riferisce.

Il decreto di recepimento del pacchetto Iva insieme ad altri decreti – tra cui quello che recepisce le norme Ue sull’attività dei revisori contabili e l’uso dei sistemi elettronici di pagamento sul mercato interno – sono alcuni dei punti all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di questa mattina.

Quella di oggi è una riunione importante, in quanto prevede l’esame definitivo di otto provvedimenti destinati ad allineare l’ordinamento italiano alle norme comunitarie, impendendo l’insorgere del rischio di una procedura di infrazione. Si tratta di provvedimenti vari che incidono su svariati settori, da quello fiscale a quello finanziario. In tema finanziario da segnalare il decreto delegato che rafforza i poteri degli azionisti di minoranza delle società quotate oppure quello che detta le nuove regole per l’acquisizione di partecipazioni rilevanti nel capitale delle società quotate in Borsa.

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