L'importazione di beni Ue in San Marino con modello T2

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La procedura per gli acquisti di beni dalla Ue alla Repubblica di San Marino prevede che venga fornita una prova del fatto che le merci sono in libera pratica all'interno dell'Unione, ossia il documento di prova T2.

E’ quanto specificato dall’Agenzia delle Entrate nella risposta n. 14 resa l’11 gennaio 2022 ad un rappresentante fiscale in Italia per una società con sede in San Marino che fa presente di acquistare beni all'interno della UE (senza compilare il documento di transito T2), assoggettandoli regolarmente a IVA, mediante l'applicazione del reverse charge.

L’Agenzia ricorda che la Repubblica di San Marino non fa parte del territorio dell'Unione Europea; quindi, gli acquisti o le vendite di beni effettuati da o verso un soggetto passivo IVA, stabilito in uno Stato UE, da un operatore sanmarinese, costituiscono per tale soggetto un'importazione o un'esportazione da o verso il territorio comunitario.

L’Iva sarà assolta tramite procedura doganale.

Ciò non vale però per gli scambi tra San Marino e Italia, in quanto manca tra gli stessi una dogana fisica; in tale fattispecie, l'Iva è assolta secondo le modalità indicate nel decreto 26 giugno 2021.

Per quanto riguarda l'operazione di importazione di beni in RSM dal territorio comunitario, la Decisione n. 1/2002 del Comitato di cooperazione tra CE e RSM prevede l'obbligo della presentazione alle Autorità competenti di San Marino di una prova del fatto che le merci sono in libera pratica all'interno dell'Unione. E non sono previste deroghe.

Quindi, l’operazione richiede sempre il modello T2.

Aggiunge la risposta n. 14/2022 che non assume importanza per la prova da fornire da parte dell’operatore la qualificazione fiscale dell’operazione, avvenuta mediante un rappresentante fiscale in Italia.