Legge di bilancio 2020. Nuovo credito d’imposta in innovazione tecnologica

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Legge di bilancio 2020. Nuovo credito d’imposta in innovazione tecnologica

La legge di Bilancio 2020 – n. 160 del 27 dicembre 2019 – ha sostituito il credito d’imposta per ricerca e sviluppo con tre differenti agevolazioni, tra cui quella in innovazione tecnologica.

Come recita il comma 198 della detta legge, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 304 del 30/12/2019 (suppl. ord. n. 45/L), per il 2020 è previsto l’accesso di un nuovo credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, transizione ecologica, innovazione tecnologica 4.0 e altre attività innovative.

Legge di bilancio 2020. Credito d’imposta in innovazione tecnologica 4.0

Per quanto riguarda gli investimenti in ricerca e sviluppo, sono considerate attività agevolate quelle di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico.

Diversamente, il credito d’imposta per l’innovazione tecnologica abbraccia attività – che non siano di ricerca e sviluppo - finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati.

La norma specifica che deve intendersi per prodotto o processo di produzione nuovo o sostanzialmente migliorato un bene materiale o immateriale o un servizio o un processo che si differenzia, rispetto a quelli già realizzati o applicati dall’impresa, sul piano delle caratteristiche tecnologiche o delle prestazioni o dell’ecocompatibilità o dell’ergonomia o per altri elementi sostanziali rilevanti nei diversi settori produttivi.

Tra questi non rientrano:

  • le attività di routine per il miglioramento della qualità dei prodotti e in generale le attività volte a differenziare i prodotti dell’impresa da quelli simili, presenti sullo stesso mercato concorrenziale, per elementi estetici o secondari;
  • le attività per l’adeguamento di un prodotto esistente alle specifiche richieste di un cliente;
  • le attività per il controllo di qualità e la standardizzazione dei prodotti.

Ancora, la disposizione normativa chiarisce che fanno parte delle attività innovative ammissibili al credito d’imposta le attività di design e ideazione estetica svolte dalle imprese operanti nei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica, per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari.

Con un decreto MiSE, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge n. 160/2019, verranno forniti i criteri per la corretta applicazione di tali definizioni.

Per tali attività, il credito d’imposta riconosciuto è pari al 6 per cento della relativa base di calcolo, assunta al netto delle altre sovvenzioni o dei contributi a qualunque titolo ricevuti sulle stesse spese ammissibili, con il limite massimo di 1,5 milioni di euro, ragguagliato ad anno in caso di periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a dodici mesi. La misura sale al 10% in caso di attività di innovazione tecnologica dirette alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0.

Fanno parte delle spese ammissibili quelle per il personale con rapporto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo o altro rapporto diverso dal lavoro subordinato, direttamente impiegato nelle operazioni di innovazione tecnologica svolte internamente all’impresa, le quote di ammortamento, i canoni di locazione e le altre spese relative ai beni materiali mobili e ai software utilizzati nei progetti di innovazione tecnologica.

Tale credito deve essere utilizzato solamente in compensazione, in tre quote annuali di pari importo, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione.

Allegati Anche in
  • edotto.com – Edicola del 17 dicembre 2019 - Ddl di Bilancio 2020. Via libera dal Senato – Pichirallo

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