Le istruzioni delle Entrate danno linfa alle indagini finanziarie
Pubblicato il 20 aprile 2010
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Da una lettura della circolare n. 20/E/2010, che detta gli indirizzi operativi alle sedi per una corretta attività di controllo da svolgere durante l’anno in corso, emerge che molto spazio deve essere riconosciuto alle indagini finanziarie.
Queste, insieme alla richiesta di iscrizione di ipoteca e di sequestro conservativo, così come precisato dall’Amministrazione finanziaria nella circolare n. 4/E/2010, vengono considerate, ora, come misure cautelari di cui può avvalersi l’ufficio impositore al fine di tutelare il credito erariale e contrastare i più rilevanti fenomeni di evasione da riscossione. Con il più recente documento di prassi, si ribadisce la necessità di utilizzare lo strumento delle indagini finanziarie nell’ambito dei controlli che dovranno essere svolti sugli esercenti un’arte o una professione: controlli che nel corso del 2010 dovranno essere intensificati, in termini numerici, rispetto a quelli effettuati nel corso del 2009.
Ogni giorno il professionista si trova a dover affrontare l’azione accertatrice dell'Amministrazione finanziaria. L’auspicio, dopo il chiarimento delle Entrate, é che l’utilizzo delle indagini finanziarie venga associato a quello di altri metodi accertativi e che l’azione di controllo non si basi ancora esclusivamente sulla presunzione introdotta dalla legge Finanziaria 2005. Ci si riferisce alla norma contenuta nell’articolo 32 (commi 1e 2) della Legge 311/2004, secondo cui i prelievi non giustificati costituiscono compensi non dichiarati. Per i professionisti si tratta di una presunzione senza senso dato che molte volte anche le stesse esigenze professionali del professionista richiedono un prelievo che è cosa ben minore di chi non preleva mai rispetto, invece, a versamenti ingiustificati sui propri conti.
Analogamente, lo strumento delle indagini finanziarie potrà essere utilizzato anche a supporto, ai fini dell’accertamento, delle compravendite immobiliari e in caso di monitoraggio fiscale degli investimenti esteri. In questa seconda ipotesi, l’uso dell’indagine finanziaria serve in relazione alla presunzione di redditività, se i beni esteri si trovano in Stati o territori black list oppure nel caso di irrogazione delle sanzioni legate alla mancata compilazione del quadro RW.
- Il Sole 24 Ore – Norme e tributi, p. 31 – Le indagini finanziarie conquistano nuovo spazio - Deotto
- ItaliaOggi, p. 24 – Monitoraggio fiscale sugli altari - Liburdi
- http://www.agenziaentrate.it/circolare 20 del 16 aprile 2010
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