Irap, flessibilità per i piccoli
Pubblicato il 02 febbraio 2008
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È prevista entro il mese di febbraio, la circolare annunciata giovedì scorso dall’agenzia delle Entrate sulla disciplina dell’Irap, con cui si cercherà di offrire criteri di massima e una ricognizione degli esempi giurisprudenziali più significativi. Il cardine della giurisprudenza, cui dovrà fare riferimento esplicito l’Agenzia, è rappresentato dal principio per cui la soggezione all’Irap è esclusa quando il professionista “si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui o impieghi beni strumentali eccedenti, per quantità o valore, il minimo ritenuto indispensabile per l’esercizio dell’attività”. Secondo diverse pronunce della Cassazione, non pagano l’Irap i professionisti che si avvalgono di un’organizzazione che non faccia loro capo, mentre la pagano quanti hanno dedotto, ai fini Irpef o Iva, importi per beni strumentali tali da eccedere il “minimo consentito”. Intanto, Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, ha inviato una lettera al direttore delle Entrate, Massimo Romano, spiegando le attese dei professionisti in merito al documento.
In una risposta a Telefisco 2008, l’agenzia delle Entrate ha ribadito che la deduzione fiscale Irap sarà riconosciuta al momento della quantificazione della spesa effettiva: in questo modo si evita una doppia tassazione economica, ma si deve continuare a gestire le variazioni, con la rilevazione di un credito per le imposte anticipate.
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