INPS, rendiconto di genere 2024: ancora rilevanti disuguaglianze in Italia

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INPS, rendiconto di genere 2024: ancora rilevanti disuguaglianze in Italia

Le condizioni di svantaggio delle donne nel nostro Paese continuano ad essere rilevanti in ambito lavorativo, familiare e sociale. Questo è quanto emerge dal Rendiconto di genere 2024, presentato a Roma dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'INPS, che offre un'analisi approfondita della situazione femminile in Italia, evidenziando le disuguaglianze persistenti e le criticità strutturali.

Occupazione e divario retributivo

Nonostante le donne abbiano superato gli uomini nei percorsi di istruzione (52,6% tra i diplomati e 59,9% tra i laureati nel 2023), la loro partecipazione al mercato del lavoro rimane significativamente inferiore. Il tasso di occupazione femminile si attesta al 52,5%, contro il 70,4% degli uomini. Le assunzioni femminili nel 2023 rappresentano solo il 42,3% del totale, confermando un accesso al lavoro più limitato per le donne.

Il divario retributivo di genere resta una delle problematiche più gravi: le donne percepiscono stipendi inferiori di oltre 20 punti percentuali rispetto agli uomini, con picchi estremi come nel settore immobiliare, dove la differenza raggiunge il 66,5%. Inoltre, solo il 21,1% delle donne ricopre ruoli dirigenziali, contro il 78,9% degli uomini, mentre tra i quadri le donne rappresentano il 32,4%, segnale di una persistente disparità nelle posizioni di vertice.

Conciliabilità tra vita lavorativa e familiare

Le politiche di supporto sociale risultano ancora insufficienti nel garantire un equilibrio tra lavoro e responsabilità familiari. Pur registrandosi un incremento dei posti negli asili nido, la domanda resta insoddisfatta: solo l'Umbria ha raggiunto il target europeo di 45 posti nido per 100 bambini di età 0-2 anni.

L'analisi sui congedi parentali mostra una sproporzione nell'uso: nel 2023, le donne hanno usufruito di 14.441.895 giornate di congedo, contro 2.166.761 giornate degli uomini, evidenziando un carico di cura familiare ancora fortemente sbilanciato.

Violenza di genere e indipendenza economica

Il rapporto conferma che la violenza di genere rappresenta una problematica grave e diffusa. Il 2023 ha visto un aumento delle segnalazioni di reati spia, con conseguenze che condizionano profondamente la vita delle vittime. La dipendenza economica delle donne, spesso derivante da discriminazioni nel mondo del lavoro, rappresenta un ostacolo significativo all'autonomia e alla sicurezza delle vittime.

Disparità nel sistema pensionistico

Nonostante le donne siano numericamente superiori tra i percettori di pensioni, il divario negli importi erogati rimane significativo. Le pensioni femminili derivano prevalentemente da vedovanza, invalidità e vecchiaia, con assegni più bassi di oltre il 30% rispetto agli uomini. Il gap raggiunge il 79% nel caso delle pensioni di vecchiaia per i lavoratori dipendenti.

Persistenza delle disuguaglianze e strategie di Intervento

I dati raccolti mostrano che, sebbene le differenze di genere si siano ridotte nel tempo, i progressi risultano estremamente lenti e insufficienti. Il problema si manifesta in vari ambiti:

  • Discriminazioni lavorative, che penalizzano le donne in termini di carriere e salari;
  • Modelli culturali arcaici, che attribuiscono alle donne la prevalente responsabilità del lavoro di cura;
  • Rigidità organizzative, che ostacolano la flessibilità necessaria per bilanciare vita e lavoro;
  • Sistema pensionistico iniquo, che non tiene conto delle difficoltà di carriera delle donne.

Proposte e prospettive future

Il Rendiconto di Genere 2024 sottolinea la necessità di interventi concreti per ridurre il divario di genere, tra cui:

  • Miglioramento delle politiche di welfare, con più servizi per l'infanzia e maggiore accessibilità ai congedi per entrambi i genitori;
  • Riconoscimento previdenziale del lavoro di cura, per equilibrare le disparità pensionistiche;
  • Promozione di modelli organizzativi flessibili, come il lavoro agile e la riduzione delle rigidità orarie;
  • Azioni educative e culturali, per sensibilizzare alla parità di genere fin dall'infanzia;
  • Maggiori tutele per le lavoratrici autonome, spesso escluse dalle protezioni sociali standard.
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