Infermiere responsabile della morte del paziente se ne sottovaluta le condizioni
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 21 giugno 2011
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La Corte di cassazione, con la sentenza n. 24573 depositata il 20 giugno 2011, ha cassato la decisione di non luogo a procedere per il reato di omicidio colposo pronunciata dal Gip di Trani nei confronti di alcuni medici ed infermieri accusati, dai parenti di un paziente morto nel decorso post operatorio per emorragia cerebrale, di aver sottovalutato le condizioni del proprio familiare. Nel dettaglio, per quel che concerne gli infermieri, questi erano stati ritenuti responsabili per non aver chiamato subito il medico mano a mano che le condizioni del paziente peggioravano e ciò, nonostante le reiterate richieste dei parenti.
Il Gip aveva spiegato che gli infermieri erano privi di colpe in quanto, svolgendo una funzione ausiliaria, non avevano “l'obbligo di avvertire il medico di reparto di qualsiasi lamentela dei parenti del paziente”.
Decisione ribaltata dai giudici di legittimità, secondo i quali è compito non solo del sanitario ma anche dell'infermiere “quello di controllare il decorso della convalescenza del paziente ricoverato in reparto, così da poter porre le condizioni, in caso di dubbio, di un tempestivo intervento del medico”. Una diversa considerazione dell'infermiere – si legge nel testo della decisione – finirebbe “con il mortificare le competenze professionali di tale soggetto, che invece, svolge un compito cautelare essenziale nella salvaguardia della salute del paziente, essendo, l'infermiere onerato di vigilare sul decorso post-operatorio, proprio ai fini di consentire, nel caso, l'intervento del medico”.
- Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, p. 37 - Anche l'infermiere paga la «colpa medica» - Negri
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