Il medico deve dimostrare la responsabilità degli altri colleghi

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E’ responsabile anche dal punto di vista contrattuale il primo medico che visita una paziente, poi deceduta, se non offre la prova anche della responsabilità dei colleghi che successivamente hanno curato la donna.

La decisione arriva dal tribunale di Caltanissetta con sentenza dell’11 luglio 2011 a cui si sono rivolti i familiari di una donna anemica che, dopo il parto, era stata portata dal marito ad un posto di pronto soccorso per dolori al basso ventre; qui il medico di turno somministrava antidolorifici senza procedere ad esami del sangue per analizzare i valori. Proseguendo i dolori il marito portava la moglie all’ospedale dove aveva partorito, in cui gli ospedalieri si accorgevano di valori anormali del sangue e procedevano con le cure ma senza risultato.

I giudici, dopo aver verificato che il comportamento omissivo del primo medico è stato concausa della morte della donna, lo hanno condannato a risarcire i danni per perdita parentale oltre che a quello sofferto dalla donna che era conscia della propria fine. Pur accertando che la condotta del primo medico non è stata esclusiva del decesso della paziente, costui non ha dimostrato la corresponsabilità dei medici dell’ospedale e pertanto solo su di lui ricade l’onere di risarcire i danni alla famiglia.
Anche in
  • Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, p. 14 - Responsabilità medica «a cascata» da provare - Rossi

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