Il mancato rispetto della corrispondenza dell’ex coniuge costa caro

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Non sussiste la giusta causa, prevista dall’articolo 616 del codice penale, per non incorrere nel delitto di sottrazione di corrispondenza, nemmeno se si tratta di scoprire un reddito nascosto dall’ex coniuge, quando si possono intraprendere altre strade.

Con sentenza n. 35383 del 29 settembre 2011 la quinta sezione penale della Corte di Cassazione, diverge da una precedente lettura interpretativa dell’articolo in questione ritenendo inviolabile il diritto alla riservatezza della corrispondenza. Nei fatti il coniuge, nell’ambito di un giudizio di separazione, intercetta una lettera diretta all’ex moglie relativa ad una polizza vita tenuta nascosta; il marito la produce in giudizio per ridurre l’entità del mantenimento da lui dovuto alla ex consorte. Ma non solo l’intento non riesce, anzi si ripercuote contro il marito che viene multato per aver violato la corrispondenza della ex moglie oltre a dover risarcire i danni.

Nella sentenza si ricorda che la giusta causa può rilevare solo se l’esibizione della lettera fosse stato l’unico modo per contestare le richieste della controparte. Invece il marito avrebbe potuto scegliere la strada di chiedere l’esibizione del documento in giudizio ritenendolo necessario per la causa.
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  • ItaliaOggi, p. 30 - Violato il diritto alla privacy, compromessa la giusta causa - Ferrara

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