Il 60% del guadagno dell'avvocato è destinato a imposte e contributi
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 10 maggio 2012
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Con comunicato stampa dell’8 maggio 2012, l’Oua, a mezzo del suo presidente, Maurizio de Tilla, è intervenuto per confermare lo sciopero “bianco”, proclamato, dal 15 maggio al 16 giugno, per protestare contro il grave aumento della pressione fiscale sugli avvocati, l’aggressione alla professione forense e al sistema giustizia.
Nel testo della nota, l’Organismo unitario dell’avvocatura ricorda come la categoria “sostiene, per la propria parte, il peso della crisi economica e dell’inasprimento delle imposte che, insieme ai contributi e agli accessori, supera la percentuale del 60 per cento di quanto si guadagna. Un’enormità”.
All’avvocato con un reddito annuo di 50mila euro - spiega de Tilla - restano “meno di 1500 euro al mese, senza considerare il rischio della professione e l’organizzazione dello studio. Un importo irrisorio che rende difficile la sopravvivenza di una larga parte dei professionisti ( specie i più giovani) e dei loro nuclei familiari”. Il Governo, per contro, anziché agevolare il lavoro professionale continua ad ostacolarlo con misure come l’abolizione delle tariffe e l’inserimento dei soci di capitale nelle società professionali.
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