Pec non letta Fallimento ok

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E’ legittimo che il fallimento venga dichiarato anche se le comunicazioni tramite Pec alla società in bonis non sono state lette perché la casella di posta elettronica certificata non è stata aperta per diversi mesi.

Detta ultima circostanza, infatti, non costituisce motivo valido che può giustificare, ai sensi dell’articolo 15, comma 3 della Legge fallimentare, la notifica dell’istanza di fallimento e del pedissequo decreto di convocazione in camera di consiglio con le modalità alternative a quelle di invio alla casella Pec.

Costituisce, infatti, onere della parte che eserciti attività di impresa, normativamente obbligata a dotarsi di un indirizzo Pec, occuparsi della relativa consultazione, nonché assicurarsi del corretto funzionamento della medesima.

Perfezionamento notifica via Pec

Sulla scorta di queste considerazioni, la Corte di cassazione, con ordinanza n. 13817 depositata il 6 luglio 2016, ha respinto il ricorso avanzato da una Srl avverso la propria dichiarazione di fallimento, ricorso fondato sull’assunto dell’indispensabilità della notifica dell’avviso dell’udienza di comparizione delle parti, in sede prefallimentare, con modalità alternative alla Pec, in quanto la notificazione non era ivi risultata possibile e non aveva avuto esito positivo.

Nel testo della decisione, la Suprema corte ha ricordato come, in tema di procedimento per la dichiarazione di fallimento, ai fini del perfezionamento della notifica telematica del ricorso, si debba considerare unicamente la sequenza procedimentale stabilita dalla legge.

Nel dettaglio, dal lato del mittente, occorre avere riguardo alla ricevuta di accettazione, a riprova dell’avvenuta spedizione di un messaggio di posta elettronica certificata, e, dal lato del destinatario, alla ricevuta di avvenuta consegna la quale, a sua volta, dimostra che il messaggio di Pec è pervenuto all’indirizzo elettronico dichiarato dal destinatario, certificando il momento dell’avvenuta consegna tramite un testo leggibile dal mittente.