Equo compenso, al tavolo di confronto anche i commercialisti
Pubblicato il 06 settembre 2023
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Il prossimo 12 settembre il Governo si riunirà per discutere del possibile restyling della Legge sull'equo compenso (Legge n. 49/2023) con le organizzazioni bancarie, assicuratrici e d'impresa.
Inspiegabilmente – si legge nel comunicato stampa dell’Associazione nazionale dei commercialisti del 5 settembre 2023 – i rappresentanti della categoria professionale non erano stati invitati a sedersi al tavolo del confronto.
L'allarme sui «costi insostenibili» che potrebbe generare l'applicazione della normativa sulla giusta remunerazione dei lavoratori autonomi, entrata nel nostro ordinamento alla fine del mese di maggio, ha, però, richiamato l’attenzione dei commercialisti, che tramite il Presidente dell’ANC, Marco Cuchel, hanno chiesto espressamente di essere ascoltati.
Anche se la recente legge sull’equo compenso costituisce un risultato importante, è evidente che si rendono necessarie delle modifiche su diversi aspetti (tra questi il regime sanzionatorio e il ruolo attribuito agli ordini) che siano in grado di migliorare la norma e la sua applicazione.
A tal proposito, il Consiglio nazionale dei commercialisti ha stilato una proposta correttiva, attualmente al vaglio del Ministero della Giustizia, la quale ha come obiettivo quello di evitare anomalie sulle remunerazioni per i componenti degli organi di controllo societari, mediante l'introduzione di un «tetto» ai pagamenti previsti per i collegi sindacali delle società di grandi dimensioni.
E’ proprio su questo testo che potrebbe partire il confronto fra le parti che è finalizzato ad affrontare quelle "distorsioni applicative" che hanno indotto Abi, Assonime, Ania, Confindustria e Confcooperative a rivolgersi al Governo, sollecitando una «necessaria e urgente riflessione» sugli effetti che deriverebbero dall'attuazione della Legge 49/2023.
Per tale ragione, l’ANC ha chiesto la convocazione anche delle associazioni dei professionisti all’incontro del prossimo 12 settembre, affinché, grazie al contributo di tutte le parti coinvolte, si possa migliorare la norma permettendo di assicurare l’adeguatezza dei compensi in funzione della complessità, delle responsabilità e della durata degli incarichi svolti dai professionisti, e allo stesso tempo di arginare eventuali situazioni in grado di determinare un aumento eccessivo e ingiustificato dei compensi.
La richiesta è stata accolta, così il numero di partecipanti al tavolo di confronto sull’equo compenso si arricchisce di un interlocutore.
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