Dipendenti, trattenute INPS meno onerose
Pubblicato il 20 dicembre 2021
In questo articolo:
Condividi l'articolo:
Aumenta sensibilmente di qualche euro la busta paga dei lavoratori dipendenti a partire già dal prossimo anno. Infatti, i predetti lavoratori subiranno un prelievo contributivo dello 0,8% in meno a titolo di contributo per la pensione. La novità, però, non interessa tutti i lavoratori, in quanto riguarda solamente i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, eccetto domestici, con una paga media mensile fino a 2.692 euro (35mila euro annui).
La novella è stata inserita mediante un emendamento del governo al Ddl Bilancio 2022. Sempre dal governo, inoltre, arriva una stretta sulle delocalizzazioni: chi chiude una sede e licenzia almeno 50 lavoratori deve seguire una particolare procedura. Non farlo, costerà il raddoppio del ticket licenziamento.
Dipendenti, busta paga più pesante
Lo sconto sulle trattenute contributive si applicherà soltanto per l'anno 2022, cioè ai periodi di paga da gennaio a dicembre 2022.
Consiste nel riconoscimento dell'esonero dalla trattenuta, in busta paga, di una parte dei contributi dovuti all'INPS dai lavoratori per la pensione. Lo sconto è pari a 0,8% e senza alcuna conseguenza negativa sulla futura pensione: quanto non pagato è messo dallo stato.
Provando a quantificare lo sconto, un dipendente con retribuzione annua di 20.000 euro otterrà un bonus di circa 135 euro annui (160 è il premio lordo, ma occorre togliere la maggiore Irpef pagata), quindi circa 10 euro al mese.
Mentre un dipendente con retribuzione annua di 25.000 euro avrà uno sconto di circa 160 euro annui; quello con retribuzione di 30.000 euro annui riceverà un bonus di circa 190 euro annui.
Meno trattenute in busta paga, campo di applicazione
Lo sconto sul prelievo contributivo spetta:
- ai lavoratori dipendenti, esclusi i domestici. Poiché soggetti alla stessa disciplina, lo sconto dovrebbe valere anche i rapporti di co.co.co. cd. di “terzo genere”;
- a condizione che la retribuzione imponibile, su base mensile per tredici mensilità, non sia superiore a 2.692 euro.
Delocalizzazioni, obbligo di comunicazione
Laddove un’impresa intenda procedere alla chiusura di una sede, filiale, ufficio, stabilimento o reparto autonomo in Italia, con cessazione della relativa attività e con licenziamento di almeno 50 dipendenti, dovrà darne comunicazione:
- a rappresentanze sindacali;
- alle regioni interessate;
- ai ministeri del lavoro e dello sviluppo economico;
- all’Anpal.
Sono esclusi i datori di lavoro che si trovano in squilibrio patrimoniale o economico-finanziario. La comunicazione va fatta nei 90 giorni prima, indicando le ragioni economiche, finanziarie, tecniche o organizzative della chiusura, numero e profili professionali del personale occupato e il termine entro cui si prevede la chiusura.
Entro 60 giorni dalla comunicazione, l'impresa deve elaborare un piano per limitare le ricadute occupazionali e presentarlo agli stessi interlocutori con cui lo discuterà entro i successivi 30 giorni. In caso di accordo si procede alla sottoscrizione del piano.
Ricevi GRATIS la nostra newsletter
Ogni giorno sarai aggiornato con le notizie più importanti, documenti originali, anteprime e anticipazioni, informazioni sui contratti e scadenze.
Richiedila subitoCondividi l'articolo: