Diffide Inps senza avviso di addebito. Le verifiche rimandate a settembre

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La notizia dell’arrivo di migliaia di lettere di diffida da parte dell’Inps per invitare le aziende a verificare i dati riportati nelle denunce Emens e Dm 10/2 rispetto a quanto risultato dai versamenti al Fondo di Tesoreria, ex. art. 1 commi 755 e seguenti della legge 296/2006, ha creato non poco allarmismo non solo tra le aziende stesse, ma anche tra le categorie e gli ordini professionali.

Il fatto che l’Inps si fosse mosso a ridosso dello scadere del termine di prescrizione dei cinque anni e, dunque, a ridosso della pausa estiva per la maggior parte dei lavoratori aveva suscitato molte polemiche, data la difficoltà di recuperare, in questo particolare periodo dell'anno, i materiali sulla base dei quali poter valutare le contestazioni dell’Istituto.

Per placare gli animi, con una lettera interna che la Direzione centrale ha inviato agli uffici territoriali si è tentato di spiegare che la necessità di far partire le missive ora – non avendolo fatto con anticipo mesi addietro – era legata solo all’esigenza di interrompere il periodo di prescrizione, che appunto scade il 16 agosto 2012.

Dunque, l’importante era solo mandare le diffide entro tale data per fare in modo che il dialogo tra le imprese e l’Ente previdenziale potesse essere intrapreso “subito dopo il periodo feriale”. Ne deriva che – interrotta la prescrizione - il termine dei 30 giorni dal ricevimento per pagare o presentare la documentazione aggiuntiva deve essere interpretato dalle imprese riceventi come ordinatorio e non perentorio.

Durante un incontro che l’Inps ha avuto con le categorie e gli ordini professionali, infatti, è stato specificato che - ferma la possibilità di presentare ricorso allo stesso Inps entro 90 giorni – per il momento non si parla assolutamente di avviso di addebito in caso di sforamento del termine di 30 giorni.

Soddisfatta Confindustria, che aveva sottolineato le difficoltà delle imprese di ottemperare alla diffide in vista della pausa estiva. Più preoccupati, invece, i Consulenti del lavoro che rimarcano come le lettere siano arrivate in un momento particolarmente denso di scadenze di natura fiscale e del lavoro, creando comunque scompiglio. Di qui, la richiesta di assicurazione da parte del vice presidente del Consiglio nazionale dei Consulenti del lavoro, Vincenzo Silvestri, a cui è stato confermato che il presunto debito indicato nella diffida non si trasformerà in un avviso di addebito prima delle verifiche che dovranno concordarsi con le locali sedi dell'Inps. Tali verifiche sono state rinviate espressamente al mese di settembre, mentre per quanto riguarda le modalità di azione si attende una riunione con i vertici dell’Istituto in programma per la prossima settimana.
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