Decreto semplificazioni in Gazzetta ufficiale. Modifiche per Fondo garanzia e appalti
Pubblicato il 17 dicembre 2018
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Il decreto semplificazioni – il n. 135 del 14 dicembre 2018 – è stato pubblicato sula “Gazzetta Ufficiale” n. 290, dopo essere stato approvato in via definitiva dal CdM del 12 dicembre 2018.
ll Provvedimento, che reca “Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione”, entra in vigore il giorno successivo alla sua ufficializzazione.
Il decreto si compone di 12 articoli, che spaziano dal sostegno alle Pmi creditrici delle pubbliche amministrazioni ad alcune misure di semplificazione in materia di imprese e lavoro, alle piattaforme digitali, fino alle semplificazioni amministrative in materia di istruzione scolastica, di università, di ricerca.
Deluse le aspettative di imprese e professionisti
La struttura del decreto appare molto meno articolata rispetto alle prime previsioni: mancano, di fatto, quelle norme che avrebbero dovuto portare ad una effettiva semplificazione negli adempimenti soprattutto con riguardo al settore delle start up innovative, a quello delle imprese agroalimentari e alla costituzione delle società di capitali.
Molte misure preannunciate o studiate dal MiSE sono state tolte dal testo, in molti casi per il mancato concerto con altri ministeri o con l’alleato di maggioranza, come accaduto per la cosiddetta “Rc auto equa”.
Modifiche sugli appalti
Anche il capitolo degli appalti, sintetizzato all’articolo 5 “Norme in materia di semplificazione e accelerazione delle procedure negli appalti pubblici sotto soglia comunitaria”, che prevede alcune modifiche al Codice dei contratti appare, infatti, sottotono rispetto alle aspettative, tanto che alcune altre modifiche - si prevede - saranno inserite, tramite emendamenti, in fase di conversione del decreto legge semplificazioni.
Andrea Cioffi, sottosegretario del Ministero dello sviluppo economico, ha annunciato un intervento sugli appalti pubblici, ricordando che lo spirito con cui si sta lavorando è quello di garantire il massimo livello di trasparenza negli affidamenti. La proposta di modifica riguarda l'articolo 177 del Codice dei contratti, al fine proprio di garantire ai concessionari che intendano eseguire direttamente i lavori, di poterlo continuare a fare come in passato.
Fatta eccezione, quindi, per l’eliminazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti Sistri, il provvedimento non ha soddisfatto le attese di imprese e professionisti e partendo proprio da questa consapevolezza che il Ministero dello Sviluppo economico, al tavolo tecnico con le associazioni che si è tenuto la scorsa settimana, ha assicurato che durante il cammino parlamentare del provvedimento saranno inseriti ulteriori interventi.
Lo stesso ministro Di Maio ha, quindi, chiesto alle imprese di formulare delle proposte, che potranno essere presentate già nel corso della prossima riunione prevista per il 9 gennaio 2019, anche se, nel frattempo, alcune idee sono già state oggetto di un primo confronto, come è accaduto con riferimento al Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese.
Fondo di garanzia PMI
All’articolo 1 del Dl n. 135/2018 è sancito che nell’ambito del Fondo di garanzia è istituita, con una dotazione finanziaria iniziale di 50 milioni di euro, una sezione speciale dedicata a interventi di garanzia, a condizioni di mercato, in favore delle piccole e medie imprese che, sono in difficoltà nella restituzione delle rate di finanziamenti già contratti con banche e intermediari finanziari e sono titolari di crediti nei confronti della Pa.
L’importo massimo garantito per singola impresa dal Fondo di garanzia Pmi è pari a 2,5 milioni, ma il MiSE sta studiando la possibilità di innalzamento a 3,5 milioni di euro; inoltre, le stesse imprese hanno richiesto al Ministero che queste risorse siano aggiuntive rispetto a quelle ordinarie attualmente a disposizione del Fondo.
Sempre dal tavolo tecnico è giunta la proposta di una possibile riedizione del voucher per la digitalizzazione delle Pmi, come misura da distinguere dai contributi per consulenze e manager 4.0 inseriti nella Legge di bilancio; si è prospettata la possibilità di un intervento da 50 milioni, che risulterebbe comunque molto esiguo rispetto al numero preventivabile di domande.
Da ricordare, infine, che nel Dl n. 135/2018 ha trovato spazio anche la norma che rinvia di un anno, e cioè al 2020, l’obbligo per le Pubbliche amministrazioni di accettare pagamenti elettronici con contestuale creazione di una Spa pubblica che, sul sistema PagoPa, rileverà i compiti dell’Agenzia digitale. Questa previsione, quindi, non farà parte di un emendamento alla Manovra per il 2019.
Viceversa, dovrebbe essere recuperata con un emendamento alla Legge di bilancio la misura, inizialmente entrata nelle bozze e, poi, stralciata dal decreto semplificazione, sugli anticipi della Cassa depositi e prestiti agli enti locali per il pagamento dei debiti commerciali con le imprese: si immagina un fondo da 22 miliardi di euro, che è però potenziale, perché tutto dipenderà dalle condizioni a cui Cdp, ma anche le banche, offrirebbero i prestiti, da restituire entro il 15 dicembre 2019.
- eDotto.com – Edicola del 13 dicembre 2018 - Lul “telematico” e Sistri abrogati con Decreto legge – G. Lupoi
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