Decreto Ristori. Proroga 770, CIG e blocco licenziamenti

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Decreto Ristori. Proroga 770, CIG e blocco licenziamenti

Via libera al cd. “Decreto Ristori” approvato il 27 ottobre 2020 in Consiglio dei ministri, recante ulteriori misure urgenti per la tutela della salute e per il sostegno ai lavoratori e ai settori produttivi, nonché in materia di giustizia e sicurezza connesse all'epidemia da COVID-19. Le misure, in particolare, intervengono soprattutto in materia di: 770, CIG, indennità una tantum, blocco dei licenziamenti e contributi previdenziali.

Ma andiamo in ordine e vediamo nel dettaglio tutte le novità previste nel “Decreto Ristori”, per quanto concerne l’ambito lavorativo.

Decreto Ristori, proroga del mod. 770

Innanzitutto, si segnala la proroga del mod. 770, dal 2 novembre 2020 (il 31 ottobre cade di sabato) al 30 novembre 2020. A prevederlo è l'art. 11 della bozza del decreto legge.

Si tratta, in particolare, della dichiarazione fiscale dei sostituti d’imposta per comunicare in via telematica all’Agenzia delle Entrate le ritenute operate su diversi redditi, come ad esempio: redditi di lavoro dipendente e assimilati, redditi di lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi.

Decreto Ristori, proroga della cassa integrazione

In tema di integrazione salariale, vengono disposte ulteriori 6 settimane di CIG, in deroga e di assegno ordinario legate all’emergenza COVID-19, da usufruire tra il 16 novembre 2019 e il 31 gennaio 2021.

Sono incluse le imprese che hanno esaurito le precedenti settimane di cassa integrazione e quelle soggette a chiusura o limitazione delle attività economiche. È prevista, inoltre, un’aliquota contributiva addizionale differenziata sulla base della riduzione di fatturato.

La cassa è gratuita per i datori di lavoro che hanno subito una riduzione di fatturato pari o superiore al 20%, per chi ha avviato l’attività dopo il 1° gennaio 2019 e per le imprese interessate dalle restrizioni.

Decreto Ristori, prorogato il blocco dei licenziamenti e REM

Nella bozza del testo spunta, altresì, la proroga del blocco dei licenziamenti. Infatti, il divieto di licenziare i dipendenti si allunga di un’ulteriore mese, ossia dal 31 dicembre 2020 al 31 gennaio 2021.

Per i soggetti meno abbienti, colpiti anch’essi dalla crisi economica, il Governo ha prorogato il Reddito di emergenza per ulteriori due mensilità. Quindi, sono inclusi tutti coloro che ne avevano già diritto e chi nel mese di settembre ha avuto un valore del reddito familiare inferiore all’importo del beneficio.

Decreto Ristori, esoneri versamenti contributivi

Infine, per quanto concerne il versamento dei contributi previdenziali, l’Esecutivo ha previsto un esonero parziale. Nello specifico, l’esonero si determina in base alla perdita di fatturato ed è pari:

  • al 50% dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che hanno subito una riduzione del fatturato inferiore al 20%;
  • al 100% dei contributi previdenziali per i datori che hanno subito una riduzione del fatturato pari o superiore al 20%.

Decreto Ristori, misure anche per i professionisti

Anche per i professionisti servono misure “di ristoro” come quelle varate per le aziende interessate dalle annunciate nuove disposizioni anti-Covid.

A chiederlo al Premier Giuseppe Conte sono stati, con una lettera congiunta, i presidenti dei Consigli nazionali dei Consulenti del Lavoro e dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Marina Calderone e Massimo Miani, che hanno evidenziato la necessità di poter contare su sostegni agli investimenti e l’istituzione di un tavolo tecnico a Palazzo Chigi sulle crisi aziendali.

In questi ultimi mesi, - spiegano nella lettera - il 79% dei liberi professionisti ha visto ridursi il proprio fatturato e tale riduzione è stata superiore al 50% rispetto all’anno precedente per il 35,8% degli stessi.

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