Datori di lavoro, i modelli 770 equivalgono a dichiarazioni rese all'Inps
Pubblicato il 30 agosto 2017
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La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20455 depositata il 28 agosto 2017, accoglie il ricorso dell'Inps, secondo il quale l'invio dei modelli 770 al Fisco può avere un'efficacia interruttiva sul termine di prescrizione dei crediti contributi dell'Istituto di previdenza nazionale.
Debiti contributivi prescritti perchè il modello 770 è diretto all’Agenzia delle Entrate
Nello specifico, l'Inps aveva inviato una cartella esattoriale ad una azienda per richiederle il pagamento dei contributi omessi per alcuni mesi del 2003. Nel successivo contenzioso, l’opposizione del datore di lavoro era stata accolta sia in primo che in secondo grado, in quanto i giudici di merito avevano ritenuto che i dati riportati nel modello 770 - che il datore di lavoro aveva presentato al Fisco e che si riferivano allo stesso periodo in cui la contribuzione non era stata versata - non potessero costituire riconoscimento del debito in quanto diretti all’Amministrazione finanziaria.
I crediti contributivi dell'Inps, così, nel frattempo erano stati prescritti, in quanto il verbale di quantificazione del credito era stato inviato dall’Istituto solo nel settembre 2008, cioè dopo che era trascorso il periodo di prescrizione dei 5 anni.
L'Inps ricorre, così, in Cassazione.
Cassazione: le dichiarazioni al Fisco equivalgono a quelle rese all'Inps
Nell'ordinanza n. 20455/2017, la Suprema Corte di Cassazione, accoglie il ricorso del ricorrente Istituto Nazionale e rinvia la causa alla competente Corte d'Appello, che dovrà uniformarsi al seguente principio di legittimità:
“le dichiarazioni dei datori di lavoro contenute nei modelli 770 e dirette all’Agenzia delle Entrate, relative ai redditi erogati ai propri dipendenti ed alla contribuzione ai medesimi relativa, equivalgono – quanto agli effetti che ne scaturiscono all’interno del rapporto contributivo – a dichiarazioni rese nei confronti dell’INPS”.
La Corte è arrivata a tale conclusione evidenziando due aspetti:
- l’Agenzia delle Entrate non può ritenersi un soggetto terzo rispetto al rapporto contributivo. Dato che, in materia di liquidazione, accertamento e riscossione dei contributi e premi dovuti agli enti previdenziali, è previsto che tali contributi vadano indicati nelle dichiarazioni dei redditi, è impossibile sostenere che l’Agenzia delle Entrate possa essere considerata un soggetto diverso dal titolare del credito;
- il datore di lavoro nel presentare il modello 770, può anche dichiarare di aver erogato redditi maggiori rispetto a quelli denunciati con le dichiarazioni mensili DM 10; in ogni caso il termine di prescrizione dei contributi dovuti decorre da tale comunicazione e non dal termine di versamento della retribuzione di riferimento.
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