Corte europea dei diritti dell'uomo: niente divieti sulla fecondazione eterologa
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 02 aprile 2010
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Secondo la Corte europea dei diritti dell'uomo - sentenza depositata lo scorso 1° aprile sulla causa 57813/00 - la legge nazionale austriaca sulla procreazione assistita, attraverso il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa in vitro, viola il diritto alla vita familiare e il diritto alla non discriminazione, per come garantiti dalla Convenzione europea.
La Corte europea era stata adita da due coppie con problemi di fertilità per le quali la fecondazione in vitro con donazione di sperma o ovuli era l'unico modo per poter procreare. Secondo i giudici europei, il diritto al rispetto alla vita privata e familiare, per come tutelato dall'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, comprende anche il diritto di rispettare la volontà dell'individuo di diventare genitore genetico e quindi di ricorrere alla fecondazione.
La Corte europea era stata adita da due coppie con problemi di fertilità per le quali la fecondazione in vitro con donazione di sperma o ovuli era l'unico modo per poter procreare. Secondo i giudici europei, il diritto al rispetto alla vita privata e familiare, per come tutelato dall'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, comprende anche il diritto di rispettare la volontà dell'individuo di diventare genitore genetico e quindi di ricorrere alla fecondazione.
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