Corte Costituzionale No alla vicedirigenza
Pubblicato il 04 ottobre 2016
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La Corte Costituzionale ha definitivamente detto no alla vicedirigenza nella p.a., respingendo la questione posta dal Consiglio di Stato circa la legittimità costituzionale della Legge 135/2012 di conversione del D.l. 95/2012 ( c.d. “spending review”) che ha abrogato l’art. 17 bis comma 1 D.Lgs. 165/2001. Norma, quest’ultima, che prevedeva, mediante contrattazione collettiva, una separata area di vicedirigenza, nella quale sarebbe confluito il personale laureato appartenente alle posizioni di funzionario di vertice con cinque anni di anzianità in tali posizioni.
Ma la vicedirigenza non è mai riuscita a partire, stante la perdurante inerzia del Ministero della funzione pubblica nel dettare i necessari atti di indirizzo. Ciò che ha scatenato una serie di iniziative giudiziarie da parte degli aspiranti funzionari.
Spending review Scelta costituzionale
Iniziative che sono proseguite (passando per il Tar Lazio, il Consiglio di Stato ed infine la Consulta) anche dopo che Monti ha eliminato la figura della vicedirigenza attraverso la suddetta “spending review”; scelta dunque avallata dalla Corte Costituzionale - con sentenza n. 214 del 3 ottobre 2016 – secondo cui le superiori ragioni di razionalizzazione della spesa pubblica alla base, ne garantiscono la tenuta costituzionale.
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