Consulta sul fine vita: vuoti di tutela, intervenga il Parlamento
Pubblicato il 25 ottobre 2018
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L’attuale assetto normativo in materia di “fine vita” lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti.
E’ quanto rilevato dalla Corte costituzionale nell’udienza in Camera di consiglio tenuta il 24 ottobre 2018, dove si doveva discutere della nota vicenda di Marco Cappato, esponente dell’associazione “Luca Coscioni”, nei cui confronti la Procura di Milano aveva chiesto l’assoluzione rispetto al reato di aiuto al suidicio, contestatogli per aver accompagnato, in Svizzera, Fabiano Antoniani "dj Fabo", tetraplegico e non più autosufficiente, dopo che questi aveva manifestato la volontà di ricorrere al suicidio assistito.
Sulla particolare questione sollevata innanzi alla Consulta circa la costituzionalità dell’articolo 580 del Codice penale (Istigazione o aiuto al suicidio), quest’ultima ha deciso di rinviare al 24 settembre 2019 la trattazione “per consentire in primo luogo al Parlamento di intervenire con un’appropriata disciplina”. Sospeso, in detto contesto, il procedimento in corso.
Lo si apprende da un comunicato diffuso dall’Ufficio stampa della Corte costituzionale in data 24 ottobre 2018.
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