Confindustria: indagine sul lavoro del 2024
Pubblicato il 07 agosto 2024
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Confindustria ha condotto tra febbraio e aprile la XXI edizione dell’indagine sul lavoro esaminando la situazione occupazionale delle imprese associate nel 2023 e nei primi mesi del 2024. L’indagine mira ad approfondire le competenze difficili da reperire, premi variabili e welfare aziendale. Inoltre, riprende il tema del lavoro agile, monitorandone la diffusione e raccogliendo informazioni dalle imprese associate sul numero di lavoratori coinvolti e la frequenza di utilizzo di questa particolare modalità di lavoro. Le tabelle riepilogative dell’indagine offrono un quadro dettagliato delle principali variabili analizzate.
Competenze difficili da reperire
Nel corso dell’indagine è emerso che il 69,8% delle imprese ha riscontrato difficoltà nel reperimento di personale, soprattutto per i ruoli legati alla transizione digitale e green che richiedono competenze tecniche specifiche. Per fronteggiare queste carenze, il 59,7% delle aziende investe in attività di formazione per i propri lavoratori, il 49% ricorre a consulenze esterne e il 28,5% partecipa a programmi educativi locali.
Contrattazione aziendale
La contrattazione aziendale si conferma come la fonte istitutiva privilegiata nelle grandi imprese. Nei primi mesi del 2024, un quarto delle imprese associate, il 25,2% applica un contratto aziendale firmato con RSA/RSU o rappresentanza territoriali. I contratti aziendali regolano principalmente i premi di risultato collettivi (60,4%), la conversione di questi premi in welfare (47,7%) e l'orario di lavoro (46,7%). I contratti aziendali regolano, altresì, l’offerta di servizi di welfare aggiuntivi rispetto a quelli previsti per legge, CCNL o regolamento aziendale (39%), iniziative di conciliazione vita-lavoro (36,7%) e il lavoro agile (33,9%).
Il welfare aziendale è particolarmente diffuso, con il 51,3% delle imprese che offrono iniziative in questo ambito, soprattutto nelle grandi aziende. La conversione dei premi di risultato in servizi di welfare è una pratica sempre più comune, migliorando il benessere dei propri collaboratori.
Lavoro agile e la sua diffusione
Riguardo al lavoro agile, dai risultati dell’indagine si evince che nel corso del 2023 il 32,6% delle imprese ha adottato questa modalità di lavoro, segnando un incremento significativo rispetto al periodo pre-pandemico.
Nelle imprese in cui è maggiormente diffuso, in media il 34% del personale non dirigente ha utilizzato questa modalità di lavoro, solitamente per 2 o 3 giorni a settimana (tra 4 e 12 giorni al mese).
Assenteismo
Il tasso di assenteismo è più alto nelle imprese più grandi: 7,3% nelle imprese con 100 o più addetti, mentre scende al 4,5% in quelle con meno di 15 addetti. L'incidenza delle assenze è maggiore nei servizi (7,2%) rispetto all'industria in senso stretto (6,2%). Gran parte del turnover in uscita è determinato dalle dimissioni, che hanno rappresentato la causa della fine del rapporto di lavoro nel 65,8% dei casi di cessazione.
Nel corso del 2023, le ore lavorabili pro-capite, escluse le ore di Cassa integrazione guadagni, sono state mediamente pari a 1.701, di cui 111,9 non lavorate a causa delle assenze dal lavoro.
Le principali cause di assenza dal lavoro sono state le malattie non professionali (3,5%), seguite dai i congedi retribuiti (1,1%). L’incidenza delle assenze è risultata pari al 5,8% tra gli uomini e all’8,3% tra le donne.
NOTA BENE: L’indagine è stata condotta su un campione di 3.742 aziende che alla fine del 2023 occupavano 813.366 lavoratori dipendenti a livello nazionale.
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