Condanna per sostituzione di persona a carico di chi si finge avvocato

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Secondo la Suprema corte di cassazione – sentenza n. 25290 del 26 giugno 2012 – nella sostituzione di persona l’induzione in errore della persona offesa è da considerare come elemento costitutivo del reato medesimo; la sua ricorrenza, cioè, è necessaria al fine di ritenere configurata la consumazione del citato reato.

Sulla base di detto assunto è stata confermata, dalla Corte di legittimità, la condanna penale impartita dai giudici di merito nei confronti di un uomo che si era attribuito falsamente la qualifica di avvocato in una missiva con la quale aveva invitato un proprio debitore a versargli le somme dovute.
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