Commissione Ue, ok al decreto Fer 2 per le energie rinnovabili in Italia
Pubblicato il 06 giugno 2024
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Il 4 giugno 2024, la Commissione Europea ha approvato un nuovo schema di decreto, denominato FER2, volto a promuovere lo sviluppo di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili che sono ancora in fase di maturazione tecnologica o che presentano costi operativi elevati.
Il decreto mira a incentivare la creazione di 4,6 gigawatt di tali impianti entro il 31 dicembre 2028. Tra le tecnologie incentivate figurano:
- l'eolico off-shore,
- la geotermia sia zero-emissioni sia tradizionale,
- gli impianti alimentati a biomassa e biogas,
- i fotovoltaici galleggianti in acque interne e marine,
- oltre a varie forme di energia marina come quella mareomotrice e del moto ondoso, nonché gli impianti solari termodinamici.
NOTA BENE: Il decreto, ora in attesa di firma dai ministri coinvolti, verrà inviato alla Corte dei Conti per la registrazione e poi pubblicato. Seguirà, entro trenta giorni dalla pubblicazione, l'emissione delle Regole Operative attraverso un ulteriore decreto ministeriale per attivare concretamente le misure previste.
Fer 2, le osservazioni della Commissione Ue
La Commissione Europea considera il regime di aiuti previsto dal decreto FER2 in Italia un sostegno positivo per lo sviluppo di tecnologie innovative e non ancora mature nel settore delle energie rinnovabili, inclusi il biogas e la biomassa. Questo approccio è in linea con gli obiettivi strategici dell'UE, come il Green Deal europeo e il piano REPowerEU, e si ritiene necessario e adeguato per aiutare l'Italia a raggiungere gli obiettivi climatici fissati a livello europeo e nazionale.
La Commissione ritiene che l'aiuto sia proporzionato, limitato al minimo necessario per stimolare gli investimenti, e che include misure di salvaguardia adeguate, come le gare competitive per l'assegnazione degli aiuti e un meccanismo di contratto per differenza che previene eccessive redditività in caso di aumento dei prezzi dell'energia. Tali misure assicurano che la remunerazione non superi il livello di incentivo proposto inizialmente dal richiedente.
Bruxelles conclude che il regime di aiuto ha un effetto incentivante significativo, poiché senza questo sostegno pubblico gli investimenti nelle energie rinnovabili non verrebbero realizzati nella stessa misura. Infine, si valuta che i benefici di tale aiuto siano maggiori di qualsiasi potenziale distorsione della concorrenza o degli scambi all'interno dell'UE. Sulla base di queste considerazioni, la Commissione ha approvato la misura italiana come conforme alle normative dell'Unione sugli aiuti di Stato.
FER2, cosa prevede il decreto
Il decreto FER2 si impegna a favorire lo sviluppo di impianti energetici da fonti rinnovabili che non sono ancora completamente sviluppate o che presentano alti costi operativi.
Il piano supporterà l'edificazione di nuove centrali che sfruttano tecnologie all'avanguardia e in fase di sviluppo, tra cui l'energia geotermica, eolica offshore (sia galleggiante che fissa), solare termodinamica, solare galleggiante, le energie delle maree e del moto ondoso, nonché il biogas e la biomassa. Si stima che queste centrali contribuiranno al sistema elettrico italiano con una capacità complessiva di 4.590 MW proveniente da fonti rinnovabili. Il tempo necessario per l'attivazione delle centrali varierà da 31 a 60 mesi, a seconda della tecnologia impiegata.
Il supporto finanziario sarà fornito sotto forma di un contratto bidirezionale per differenza per ogni kWh di energia elettrica generata e immessa nella rete, con una durata corrispondente alla vita operativa delle centrali. I progetti saranno scelti tramite una gara trasparente e equa, dove i partecipanti dovranno presentare un'offerta specificando la tariffa di incentivazione necessaria per portare a termine il progetto.
Il prezzo di riferimento per l'energia sarà basato sul prezzo zonale orario, ossia il costo dell'energia nel momento e nella zona di mercato in cui l'energia viene immessa in rete.
NOTA BENE: Se il prezzo di riferimento risulta inferiore al prezzo di esercizio, i beneficiari riceveranno un pagamento pari alla differenza tra i due prezzi. Se, invece, il prezzo di riferimento è superiore, i beneficiari dovranno restituire la differenza alle autorità italiane. Il regime assicurerà una stabilità dei prezzi a lungo termine per i produttori di energia rinnovabile garantendo un rendimento minimo; al contempo, eviterà sovracompensazioni nei periodi in cui il prezzo di riferimento supera il prezzo di esercizio.
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