Cndcec-FNC, principi per redazione piani di risanamento
Pubblicato il 30 maggio 2022
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In data 26 maggio è stata pubblicata la versione aggiornata dei Principi per la redazione dei piani di risanamento.
Il lavoro portato a termine dalla precedente consiliatura del Cndcec, con la collaborazione della FNC e di altre importanti associazioni come AIDEA, ANDAF, APRI, OCRI e AIAF, ha come obiettivo quello di creare linee guida e standards di comportamento che possano essere utili nella stesura di un piano industriale o nella redazione di una relazione di attestazione, così da supportare i professionisti coinvolti non soltanto nelle procedure di risanamento, ma anche nelle attività di monitoraggio prospettico delle aziende.
Il Consiglio Nazionale in carica fino al 2021, con il supporto dei colleghi del Gruppo di lavoro, ha ritenuto opportuno aggiornare i "Principi per la redazione dei piani di risanamento", provvedendo anche ad implementarli, non solo sulla base delle best practices più recenti, ma anche nella logica di allinearsi alla situazione economica contingente e all'evoluzione legislativa.
Riforma diritto fallimentare, importanza alla visione prospettica dell’impresa
La recente riforma del diritto fallimentare ha dato sempre più importanza alla visione prospettica della impresa, trasformando il piano di risanamento in uno strumento operativo da utilizzare nell’ambito di molti degli istituti giuridici che la normativa prevede, al fine di garantire la conservazione dell’azienda in crisi e la risoluzione di situazioni di temporanea difficoltà superabili con un processo di risanamento organico e sistemico.
Il professionista ha il dovere di assistere e collaborare con l’organo amministrativo, unico soggetto responsabile, nella forma e nella sostanza, del piano di risanamento.
È, però, vero che il dovere della professione in generale è anche quello di fare informazione preventiva al mondo imprenditoriale, e soprattutto alle piccole e medie imprese, inserendo questi Principi anche nella normale “continuità".
Per tali ragioni, il testo dei Principi, seppur rivolto a situazioni di risanamento, sarà comunque fondamentale anche nella ottica del "pre-early warning", definizione che "ben calza" anche con la necessità di un monitoraggio continuo dell'andamento e dello stato dell'azienda.
Modelli comportamentali per la redazione del Piano di risanamento
I nuovi Principi predisposti dal Cndcec-FNC vogliono proporre modelli comportamentali condivisi relativi alla redazione del piano, modelli che siano utili all’obiettivo che ci si propone di raggiungere in qualsiasi tipologia di situazione in cui versi l’azienda, sia che sia da risanare o meno.
I Principi sono articolati in 11 capitoli, che affrontano diversi temi:
- natura e obiettivi del piano di risanamento;
- principi generali del piano;
- processo di elaborazione del piano;
- quadro generale di partenza;
- strategia generale di risanamento;
- impatto specifico della strategia di risanamento;
- manovra finanziaria;
- action plan;
- dati prospettici;
- esecuzione e monitoraggio del piano;
- ruolo dei consulenti.
Inoltre, nel documento vengono esaminati i diversi ruoli del consulente e le possibili semplificazioni per micro, piccole e medie imprese.
Natura e obiettivi del Piano di risanamento
Il piano industriale, da sempre strumento di pianificazione strategica, ha assunto un ruolo particolarmente rilevante nei contesti di crisi, anche in virtù dei richiami normativi operati dalla legge fallimentare.
Il Piano è un documento redatto dall’organo delegato e dal Management, eventualmente di nuova nomina, approvato dall’organo, tramite le quali un’azienda intende uscire dallo stato di crisi, ripristinando le condizioni di equilibrio economico, finanziario e patrimoniale.
La responsabilità che deriva dal Piano è dell’organo amministrativo.
Il Piano può collocarsi sia entro un percorso di risanamento disciplinato da norme specifiche, sia al di fuori di esso, quale autonoma determinazione dell’organo amministrativo, eventualmente anche durante il procedimento di composizione negoziata avanti all’esperto facilitatore.
La qualifica di un Piano come “piano di risanamento” presuppone l’esistenza di uno stato di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario e la volontà del Management di ripristinare le fisiologiche condizioni di attività aziendale. In particolare, lo stato di crisi è caratterizzato da una probabilità di insolvenza futura.
Il fine principale del Piano è quello di far convergere il consenso degli stakeholders verso la deliberata azione di risanamento affinché aderiscano al progetto, contribuendo con risorse operative o finanziarie ovvero con l’adesione ai sacrifici richiesti.
Il Piano deve, anzitutto, essere tempestivo in relazione alla gravità della crisi; inoltre, esso deve presupporre una ferma volontà nel perseguire gli obiettivi fissati.
Infine, il Piano di risanamento deve essere: sistematico, coerente, attendibile e deve evidenziare la possibilità di raggiungimento di un equilibrio finanziario, economico e patrimoniale. sostenibile.
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