Causa individuale anche per pochi centesimi

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Causa individuale anche per pochi centesimi

Se la controversia, anche di valore bassissimo, è tra le liti per le quali è ammissibile una class action, la stessa può diventare oggetto anche di una causa individuale.

È quanto si desume dalla sentenza di Cassazione n. 1925 depositata il 25 gennaio 2017, pronunciata con riferimento alla vicenda in cui un utente aveva ottenuta dal giudice di pace la condanna della Telecom a restituirgli la somma pari a 11 centesimi di euro, corrispondenti all'Iva sulle spese di spedizione postale di una bolletta.

La decisione era stata poi appellata dalla compagnia telefonica dinanzi al Tribunale.

Quest'ultimo, tuttavia, aveva ritenuto l'appello inammissibile sulla considerazione che la pronuncia del giudice di pace fosse stata decisa secondo equità e quindi fosse inappellabile.

Decisione secondo diritto, appellabile

La Cassazione, adita successivamente dalla Telecom, ha tuttavia ribaltato detta ultima statuizione, argomentando che, per contro, la sentenza di primo grado era stata emessa secondo diritto, anche se era di valore così modesto.

In realtà, ha precisato la Suprema corte, il valore della lite era esiguo solo dal versante dell'utente e non per la società di telefonia per la quale, moltiplicare 11 centesimi per tutte le bollette, avrebbe interessato somme non di poco conto.

Inoltre, quella considerata era una lite sulla fornitura di servizi al pubblico, rientrante nell’ambito applicativo della class action.

E, per le liti in questione – viene spiegato - il legislatore non ha né previsto un limite di valore, né l’obbligatorietà di esercitare la relativa azione in via collettiva, potendo essere attivata anche una causa individuale.

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