Cassazione: ai fini dello spaccio non va valutata solo la quantità
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 02 dicembre 2009
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Il giudice, per affermare la responsabilità penale dell'imputato per l’illecita detenzione di sostanze stupefacenti, deve valutare non solo il superamento dei limiti quantitativi indicati dalla norma, ma anche le modalità di presentazione della droga, il peso lordo complessivo, l'eventuale confezionamento in dosi oltreché “le altre circostanze dell’azione che possano essere ritenute significative della destinazione a uso non esclusivamente personale”.
E' il principio pronunciato dalla IV sezione penale della Cassazione nel testo della sentenza n. 45916 del 1 dicembre 2009, con la quale è stata annullata, con rinvio, la condanna pronunciata dai giudici di merito nei confronti di un uomo sorpreso nel possesso di 54,6 grammi di cocaina. La Suprema corte ha accolto le istanze dell'imputato il quale sosteneva che la destinazione “a uso di terzi” della sostanza sequestrata non poteva essere desunta dal solo superamento dei limiti indicati nel decreto ministeriale.
E' il principio pronunciato dalla IV sezione penale della Cassazione nel testo della sentenza n. 45916 del 1 dicembre 2009, con la quale è stata annullata, con rinvio, la condanna pronunciata dai giudici di merito nei confronti di un uomo sorpreso nel possesso di 54,6 grammi di cocaina. La Suprema corte ha accolto le istanze dell'imputato il quale sosteneva che la destinazione “a uso di terzi” della sostanza sequestrata non poteva essere desunta dal solo superamento dei limiti indicati nel decreto ministeriale.
- Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi, p. 39 – Per lo spaccio non basta la sola quantità - Negri
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