Blocco you tube. No dalla Cedu
Pubblicato il 04 dicembre 2015
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Impedire in modo assoluto l'accesso a you tube, significa rendere inaccessibile un' enorme quantità di informazioni, andando a "danneggiare considerevolmente i diritti degli internauti" ed a provocare effetti collaterali di non poca importanza.
Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'uomo con sentenza dell'1 dicembre 2015 (Cengiz ed altri c. Turchia), condannando la Turchia per violazione dell'art.10 della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo che tutela la libertà di espressione.
La vicenda, in particolare, originava dal ricorso a Strasburgo di tre professori universitari, i quali si erano opposti al disposto blocco di you tube da parte delle autorità giudiziarie turche, motivato sul fatto che attraverso detto canale, venivano riprodotti video offensivi alla memoria di un noto personaggio politico.
La Corte europea, accogliendo la doglianza, ha preliminarmente riconosciuto lo status di vittime in capo ai ricorrenti (a differenza di quanto sostenuto dalle autorità turche) in quanto, prima di tutto, docenti che utilizzavano la piattaforma per fini professionali, ma anche comuni cittadini con diritto ad essere informati attraverso canali differenti dalla comune stampa, ovvero, mediante il web.
You tube in particolare – ha precisato la Corte – è un canale unico per le sue peculiarità e che non presenta equivalenti, tenendo conto, ossia, delle sue caratteristiche, del grado di accessibilità de del forte impatto divulgativo. Bloccarlo significa dunque impedire agli utenti di ricevere informazioni su questioni di interesse pubblico, che potrebbero non essere divulgate con altri mezzi.
Detto ciò, la Corte europea classifica il divieto imposto dalla Turchia come una grave ingerenza non consentita dal menzionato art. 10 Convenzione.
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