Black list, revisione periodica dalla Ue

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Black list, revisione periodica dalla Ue

Effettuata nella seduta del 20 febbraio 2024, da parte del Consiglio dell’Unione europea la revisione periodica della black list della UE e della lista cosiddetta grigia.

L’elenco viene aggiornato due volte l’anno (a febbraio e ottobre), nell’ambito del Consiglio dei ministri delle finanze dell’Unione europea (Ecofin). La prossima revisione della black list Ue è prevista per il prossimo mese di ottobre.

La black list è una lista delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali, che viene stilata da Bruxelles con il fine di combattere l'evasione e l'elusione fiscale.

L'obiettivo è quello di individuare quelle giurisdizioni extra Ue che non hanno posto in essere le riforme necessarie a soddisfare i criteri di buona governance fiscale, quali la trasparenza fiscale, la tassazione equa e l’implementazione degli standard internazionali per prevenire l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili.

NOTA BENE: La lista è composta da Paesi che non hanno rispettato gli impegni assunti per conformarsi ai criteri di buona governance fiscale entro un determinato periodo di tempo e da Stati che si sono rifiutati di farlo.

Nella revisione della lista nera del mese di febbraio 2024 i Paesi, che nella precedente revisione erano 16, scendono a 12.

La Ue ha rimosso le seguenti quattro giurisdizioni: Bahamas, Belize, Seychelles e Isole Turks e Caicos, senza nessuna aggiunta.

Le Bahamas e le Isole Turks e Caicos sono state completamente cancellate dall’elenco perché hanno risolto con successo le carenze nell’applicazione dei requisiti di sostanza economica.

Belize e Seychelles sono stati invece spostati nella lista grigia. Quest’ultimo è l’elenco dei Paesi che non rispettano tutti gli standard internazionali, ma si sono impegnati a farlo.

Dalla lista grigia sono stati tolti: Albania e Hong Kong, Aruba e Israele, così come Botswana e Dominica.

Questi Stati erano sotto osservazione per non essere stati ritenuti compliant, ma si sono impegnati a condurre riforme in linea con gli standard richiesti dall’Ue

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