Attenti alle offese
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 30 dicembre 2011
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Con sentenza n. 48553 del 28 dicembre 2011, la Corte di cassazione ha annullato, senza rinvio, la sentenza di condanna per diffamazione a mezzo stampa pronunciata dalla Corte d'appello di Salerno nei confronti di un giornalista che aveva pubblicato un articolo su di un quotidiano locale contenente offese alla reputazione di alcuni parlamentari.
Nonostante l'imputato si sia salvato dalla condanna penale in considerazione dell'intervenuta prescrizione del reato contestato, i giudici di legittimità hanno sottolineato che, per quel che riguardava il merito della vicenda, l'espressione “parassita” utilizzata dal giornalista nei confronti delle parti offese avrebbe potuto essere scriminata solo all'interno di un percorso argomentativo e come corollario di un discorso che, tuttavia, mancava del tutto nel caso esaminato.
Altra sentenza di legittimità – la n. 28813 sempre del 28 dicembre 2011 – ha avuto, invece, ad oggetto l'appellativo offensivo di “gaglioffo” utilizzato da un giudice nei confronti di Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, appellativo ritenuto giustificativo dell'applicazione di una sanzione disciplinare in capo al magistrato.
Secondo la Suprema corte, il termine utilizzato e sanzionato dal Csm era offensivo in quanto del tutto gratuito anche se inserito in un contesto di serrata critica.
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