Apprendistato, sono a rischio 30mila contratti
Pubblicato il 16 maggio 2006
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E’ stato diffuso ieri da “Europa Lavoro” (ministero del Lavoro) un documento sullo stato di avanzamento in Italia del sistema di formazione per l’apprendistato. Il rapporto, reso noto con cadenza annuale, per la prima volta, quest’anno fornisce non solo un dato riferito all’occupazione dei giovani, ma anche l’informazione sul processo di implementazione della normativa sulle tre tipologie di apprendistato introdotte dal Dl 276/2003. Dalla lettura del documento emergono due dati preoccupanti: il primo riguarda l’attività di formazione esterna svolta dall’apprendista; il secondo attiene all’occupazione degli apprendisti nelle attività stagionali. In merito al primo punto, si osserva che nel 2004 solo un apprendista ogni quattro occupati è riuscito a partecipare ai corsi organizzati dal sistema pubblico. Per tale ragione, il decreto legislativo 276/2003 ha cercato di porre rimedio modificando sensibilmente il sistema di erogazione della formazione formale per gli apprendisti, prevedendo che le 120 ore annue di formazione siano “interne ed esterne alle singole aziende”, al posto di un obbligo formativo totalmente esterno. Per ciò che concerne il secondo punto, invece, è da notare come l’impatto dei contratti stagionali sull’occupazione in apprendistato sia rilevante. Tuttavia, il Welfare, prima con la circolare 30/2005 e poi con l’interpello n. 3769 del 2 maggio affermato che il nuovo contratto professionalizzante non potrà essere avviato nelle attività stagionali. In tal modo, molti rapporti di lavoro, che consentirebbero una prima esperienza lavorativa per i giovani, sono messi a rischio.
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