All'esame del Governo il decreto sulle sanzioni tributarie
Pubblicato il 21 febbraio 2024
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Prosegue l'attuazione della delega fiscale (L. n. 111 del 9 agosto 2023) con l’esame preliminare da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo per la riforma delle sanzioni fiscali.
La compagine governativa si riunirà il 21 febbraio 2024, ore 10.30, e all’ordine del giorno si prevede la valutazione sullo schema di provvedimento sulla previsione delle sanzioni tributarie.
Non sarà, invece, all’attenzione del Governo il varo del nuovo Decreto legge sulla revisione del PNRR.
Tornando al sistema sanzionatorio, i tecnici dei ministeri dell’Economia e della Giustizia hanno lavorato fino all’ultimo per riordinare il sistema che, attualmente, si presenta in più parti squilibrato. Come ha affermato il viceministro Leo in Italia abbiamo una sanzione penale, una sanzione amministrativa, una sanzione accessoria: ciò è completamente disallineato rispetto ai canoni comunitari, tanto che proprio la Comunità europea ha avvisato l’Italia sulla necessità di mettere mano alla materia, per non incorrere in una procedura di infrazione.
La parola d’ordine nel sistemare la parte sanzionatoria dei tributi è stata quella della proporzionalità e della cancellazione delle soglie minime e massime; dunque la sanzione sarà unica. Ciò implica di rivedere anche il funzionamento del ravvedimento operoso.
In attesa di poter visionare la bozza definitiva del provvedimento, analizziamo quelle che saranno le novità del sistema punitivo in ambito fiscale anche in base a quanto affermato a fine gennaio dal viceministro Maurizio Leo.
Riforma delle sanzioni tributarie
Dunque, il tema della proporzionalità delle sanzioni amministrative e penali è il cardine della riforma in parola.
Tolte le soglie minime e massime, la sanzione unica potrebbe attestarsi, a meno di ripensamenti, sul 70%.
Ciò implica la revisione del sistema del ravvedimento operoso: l’idea del Fisco è di rendere più appetibile per i contribuenti definire il rapporto con lo Stato piuttosto che intraprendere un contenzioso tributario.
In tema di ravvedimento, emerge dalle bozze di schema di provvedimento, che sarà applicabile il cumulo giuridico; una novità è rappresentata dal fatto che la sanzione su cui applicare le percentuali di riduzione andrà calcolata anche utilizzando apposite procedure messe a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Altra questione contenuta nello schema di decreto legislativo di riforma delle sanzioni fiscali è il pugno duro sulle violazioni che arrecano maggior danno all’erario, come l’omessa dichiarazione. Non sarà previsto nessuno sconto per tali comportamenti.
Invece, vi saranno pene più mitigate nei casi in cui il contribuente, pur avendo presentato la denuncia dei redditi, non adempia poi ai versamenti delle imposte.
Infatti, l’orientamento è quello di avere un occhio di riguardo verso coloro che hanno problemi nel versare quanto derivante dalla dichiarazione.
Anzi, nel caso in cui si provveda a versamenti a mezzo di rate, viene esclusa la punibilità.
Tra le cause esimenti anche il mancato pagamento per cause dovute alla crisi di liquidità dell'imprenditore dovuta a crediti esigibili ma non saldati da parte della pubblica amministrazione o di altri debitori privati.
Altre novità che potrebbero essere presenti nel provvedimento all’esame del Consiglio dei Ministri sono:
- la valenza della prova formata nel processo penale anche ai fini del processo tributario, ma non il contrario;
- la valutazione rigorosa del ne bis in idem per cui se il caso è deciso davanti alla giustizia amministrativa non deve pronunciarsi anche quella penale e viceversa.
Slittamento per il nuovo Decreto legge del PNRR
Non è contenuto nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 21 febbraio 2024 l’esame del nuovo Decreto PNRR.
In ballo ci sono le cifre sulle coperture, tra cui quelle del piano Transizione 5.0.
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy sta valutando le osservazioni presentate dai tecnici dell’Economia nell’ambito dei 6,3 miliardi di euro alla base degli incentivi per gli investimenti fino al 2025 in beni digitali ad alta efficienza energetica.
La questione potrebbe essere risolta agendo sui tempi di fruizione dei crediti d’imposta e portarli, per alcuni di essi, oltre il 2025. Ma su tale ipotesi si attende il via libera dalla Ragioneria.
I decreti in vigore della riforma fiscale
I decreti legislativi attuativi della riforma fiscale già emanati e pubblicati sono:
- il decreto legislativo n. 209 del 27 dicembre 2023, n. 209, sulla fiscalità internazionale;
- il decreto legislativo n. 216 del 30 dicembre 2023, in materia di riforma dell'IRPEF e altre misure in tema di imposte sui redditi:
- il decreto legislativo n. 219 del 30 dicembre 2023, sullo Statuto dei diritti del contribuente;
- il decreto legislativo n. 220 del 30 dicembre 2023, contenente disposizioni in materia di contenzioso tributario;
- il decreto legislativo n. 221 del 30 dicembre 2023, in materia di adempimento collaborativo;
- il decreto legislativo n. 1 dell’8 gennaio 2024 n. 1, recante semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari.
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