Alla Consulta la questione sulla presunzione di detenzione per i reati di mafia
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 11 settembre 2012
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Sarà la Corte costituzionale a pronunciarsi sulla questione di legittimità dell’articolo 275 del Codice di procedura penale nella parte in cui, anche per i reati di mafia, non fa salva l’ipotesi che le esigenze cautelari possano essere soddisfatte con una misura alternativa al carcere.
Le Sezioni unite penali di Cassazione, con ordinanza n. 34473 del 10 settembre 2012, hanno, infatti, rimesso la relativa questione dinanzi alla Consulta e, in particolare, la parte dell’articolo 275 citato in cui “nel prevedere che, quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine ai delitti commessi al fine di agevolare le attività delle associazioni previste dall’articolo 416 bis del codice penale, è applicata la custodia cautelare in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistano esigenze cautelari – non fa salva, altresì, l’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure”.
- Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi - Cassazione, p. 19 – Presunzione in tutte le fasi del procedimento– Maciocchi
- ItaliaOggi, p. 21 – Presunzione di detenzione nelle mani della Consulta – Ferrara
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