Adozione di Linee-Guida per ostacolare lo sfruttamento lavorativo in agricoltura
Pubblicato il 18 ottobre 2021
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Il fenomeno dello sfruttamento lavorativo interessa particolarmente i lavoratori agricoli, di cui il tasso di lavoro non regolare è il più elevato tra tutti i settori economici. A tal proposito, la Conferenza Unificata della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 7 ottobre, ha sancito l’accordo per l’adozione di nuove “Linee-Guida nazionali in materia di identificazione, protezione e assistenza delle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura” redatte nel “Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2021-2022)”, adottato a febbraio 2020 dal Tavolo di coordinamento, istituito dall’art. 25 quater della Legge 17 dicembre 2018, n. 136.
Le Linee-Guida fondate sulla legalità e sulla dignità del lavoro, devono essere recepite dallo Stato, Regioni, Province Autonome ed Enti locali – negli ambiti di propria competenza – entro sei mesi, al fine di contrastare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo in agricoltura.
I principi fondamentali delle linee guida sono i seguenti:
- garantire che tutti i lavoratori siano consapevoli del tipo di assistenza da ricevere;
- assicurare forme personalizzate di protezione e assistenza, in relazione al genere, età, bisogni e alle vulnerabilità delle vittime;
- garantire il rispetto dei ruoli istituzionali ricoperti da ciascun attore;
- garantire il coordinamento degli interventi;
- promuovere percorsi personalizzati, realizzati da esperti;
- assicurare che l’accesso alle misure di protezione e assistenza delle vittime non sia vincolato al percorso giudiziario, permettendogli anche un periodo di riflessione e recupero;
- assicurare la tutela della privacy;
- massimizzare l’uso delle risorse finanziare disponibili.
In particolare, le Linee-Guida assicurano l’individuazione di procedure e misure operative comuni, suddivise in due particolari fasi:
- identificazione preliminare, utile allo screening iniziale della potenziale vittima. Tale attività viene svolta dagli organi preposti alla vigilanza (ispettori dell’INL, INPS, ASL), magistrati, Forze dell’ordine, sindacati, Consigliere di parità, centri anti violenza ovvero tutti coloro che abbiano contatto diretto con le potenziali vittime;
- identificazione formale, finalizzata alla tutela della vittima identificata come tale. Tale identificazione viene svolta da funzionari o magistrati afferenti alla magistratura inquirente (a seguito di denuncia da parte della vittima o nel corso di attività di indagine) ovvero dal personale degli enti locali o soggetti privato abilitati abilitatati a svolgere attività di emersione, assistenza, integrazione.
Dovranno, altresì, essere indicati i soggetti e gli attori delle varie fasi, le tutele rivolte ai cittadini stranieri vittime di sfruttamento lavorativo, privi del permesso di soggiorno, nonché raccomandazioni in merito all’informazione e sensibilizzazione, formazione e rafforzamento delle competenze dei servizi e degli attori coinvolti.
Le citate Linee-Guida sono state sviluppate da un gruppo tecnico inter-istituzionale, costituito e coordinato dalla Direzione Generale per l’immigrazione e l’integrazione sociale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
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