Abolizione dei codici tributo per interessi e royalties ormai obsoleti
Pubblicato il 14 gennaio 2025
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Con la risoluzione n. 3/E del 13 gennaio 2025, l’Agenzia delle Entrate ha disposto la soppressione dei codici tributo “6787” e “6788”, introdotti nel 2005 con la risoluzione n. 178/E. Questi codici erano stati creati per permettere ai sostituti d’imposta di recuperare, tramite compensazione con modello F24, le ritenute restituite ai soggetti esenti in virtù del Decreto Legislativo 30 maggio 2005, n. 143. Tale normativa recepiva la direttiva comunitaria 2003/49/CE, che prevedeva l’esenzione dalle imposte sui pagamenti di interessi e canoni tra società consociate di diversi Stati membri dell’Unione Europea.
Origine dei codici tributo “6787” e “6788”
L’esigenza di istituire i codici tributo derivava dalla necessità di sanare situazioni relative a un periodo precedente all’entrata in vigore del decreto, compreso tra il 1° gennaio 2004 e il 26 luglio 2005. Durante questo intervallo, molti contribuenti esenti avevano subito ritenute sugli interessi e sui canoni, nonostante ne avessero diritto all’esenzione. Il decreto permetteva loro di ottenere la restituzione delle somme trattenute, escludendo tuttavia il riconoscimento degli interessi. Ai sostituti d’imposta che avevano effettuato tali rimborsi era stata data la possibilità di recuperare il credito maturato tramite i codici tributo 6787 e 6788.
Nello specifico, il codice tributo 6787 riguardava il recupero delle ritenute restituite sugli interessi, mentre il codice 6788 si applicava ai canoni.
Entrambi sono stati utilizzati per anni, ma col tempo il loro impiego si è ridotto fino a diventare superfluo, dato che le situazioni regolamentate si riferivano esclusivamente a un arco temporale ormai concluso. La soppressione di questi codici, quindi, rappresenta una misura di razionalizzazione che elimina strumenti ormai inutilizzati e semplifica il sistema fiscale.
Con la risoluzione n. 3/2025, l’Agenzia delle Entrate ribadisce l’impegno a mantenere aggiornate le procedure fiscali, riducendo la complessità normativa e adattandola all’evoluzione delle esigenze dei contribuenti.
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